Siamo lieti di annunciare che L'età straniera di Marina Mander è nella dozzina dei libri selezionati al Premio Strega 2019.
Il libro è stato presentato da Benedetta Tobagi, con la seguente motivazione:
«Perché leggiamo romanzi? Come antidoto alla solitudine esistenziale, per trovare, nelle pagine, noi stessi; per poterci riconoscere, trovare parole per la nostra ombra, per sentimenti così sottili da non avere nome, o una ferita segreta, diranno alcuni. Per vivere “vite che non sono la mia”, incontrare l’alterità totale, estendere l’empatia oltre i confini dei territori a noi familiari, diranno altri. Più spesso, tutt’e due le cose. Il primo elemento di grande fascino de L’età straniera di Marina Mander sta nel fatto di consentirci entrambe le esperienze, trascinandoci – sospesi, incerti – nella penombra di uno spazio liminale, nella schiuma tra terraferma e mare, come nell’immagine di copertina. Perché il protagonista, Leo, è un adolescente: età di metamorfosi e di estremi, in cui ciascuno è straniero a se stesso come mai, prima e dopo, nella vita. Marina Mander ci mostra il mondo attraverso il suo sguardo, che penetra la realtà come un coltello e ha la cruda verità del sole meridiano, o delle luci al neon (che lui odia, per le tragedie di cui sono state mute testimoni), uno sguardo invecchiato dal precoce disincanto – ma senz’ombra di cinismo – e insieme fresco, persino ingenuo, nei mille dubbi di chi si affaccia alla vita. Uno sguardo che prende vita, sulla pagina, in una voce sorprendente, caleidoscopica, sempre ironica e dissacrante. La quotidianità di Leo per certi versi è molto normale (per quanto si possa parlare di “normalità”, tra le mille contraddizioni del presente): vive con la madre e il compagno di lei – tassista e tanguero – nella Milano dei primi anni Duemila, in un quartiere medio, fa il liceo classico (dove brilla, anche se studia poco), si fa qualche canna (e racimola qualche soldo vendendo l’erba agli amici), ha una passione per Kurt Cobain ed è ossessionato dal pensiero di non aver ancora mai fatto sesso. Ma questa patina sottile si lacera a ogni piè sospinto nell’attrito con la verità abnorme, incommensurabile che giace sotto la superficie: il padre, molto amato, di Leo, un matematico geniale che era, semplicemente, troppo per la vita, si è suicidato affogandosi in mare. Ed ecco che, come il velo della realtà, la tessitura pulsante del racconto, tra sequenze lente e brusche ellissi in accelerazione, si spezza, interrotta – invasa – dal teatro interiore dei suoi incubi in cui si celebra un assurdo processo permanente (un po’ Kafka, un po’ Lewis Carrol, per l’umorismo surreale), e Mander mostra grande acume psicologico e delicatezza nel trovare parole per il mondo interiore del trauma, per ciò che accade nelle anime travolte troppo presto dall’incommensurabile, divorate da un senso di colpa senza fondo – perché non ha fondamento. Per colmare il vuoto in ogni senso possibile, nel moto perpetuo di un iperattivismo pieno di buone intenzioni con cui sembra costantemente impegnata ad allontanare il dolore, la madre di Leo, dopo un periodo di volontariato con i prostituti minorenni che si vendono al Mercato ortofrutticolo e nella “fossa” vicino al Parco Sempione, decide di prendere in casa uno di loro, Florin, un ragazzo rumeno della stessa età di Leo. Florin è brutto, magrissimo, non parla italiano, non si capisce mai cosa pensi (per questo Leo lo ribattezza Iwazaru, la terza delle tre scimmiette dell’antico adagio “Non vedere il male, non sentirlo, non parlarne”), pur avendo una sua speciale delicatezza: è l’alterità assoluta che irrompe, imprevista, nella quotidianità di Leo e, attraverso lui, nella nostra. Non c’è nulla di scontato nel modo in cui il giovane io narrante scruta il nuovo arrivato, lo detesta, talvolta imprevedibilmente lo invidia (il che, con semplicità disarmante, fa ricordare quanto l’ostilità verso il diverso sia spesso la schiuma sporca che monta sopra fragilità e frustrazioni), si fa intenerire e ne resta continuamente sorpreso, durante i loro vagabondaggi a casaccio nei luoghi marginali della città. Florin diventa sempre più la cartina di tornasole che mette a nudo le ipocrisie del mondo adulto, mentre, per gradi, qualcosa in Leo cambia. Si sblocca. Con umorismo, scansando i luoghi comuni con la grazia (apparentemente) casuale di un gatto, l’Età stranieraregala uno sguardo diverso su come sia possibile incontrarsi con ogni tipo di “straniero”, forse soprattutto con quello (il più spaventoso, repellente, inquietante di tutti) nascosto dentro di noi.»
Dal 18 gennaio al 17 febbraio 2019
ogni 2 libri dell'Universale Economica Feltrinelli
in regalo la coperta del lettore.
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Nel passaggio dagli anni sessanta agli anni settanta la poesia italiana attraversa mutamenti cruciali. La sua evoluzione, eterogenea e complessa, caratterizza la poesia di fine Novecento come uno dei campi di ricerca letteraria più dinamici e problematici in Italia.
"Poetiche e individui della letteratura circostante"
Maria Borio dialoga con Gianluigi Simonetti
presenta Roberto Cescon
Giovedì 20 settembre ore 16:30
La Libreria della poesia
Gli amori e le morti, i figli e le fughe, i divorzi e i tradimenti. Claudia Grendene racconta la vita di sette amici tra il 1993 e il 2013, nei vent'anni in cui in Italia e nel mondo è cambiato tutto.
"Paure, figli e fughe"
Claudia Grendene incontra Rossella Milone
presenta Nicola Gruarin
Giovedì 20 settembre ore 19:00
Ridotto del Teatro Verdi
Poldark. La serie che verrà
Incontro con Margherita Corsi e Masolino D’Amico.
Introduce Elisabetta Pieretto
La proiezione in anteprima della terza stagione della serie TV "Poldark" - tratta dai romanzi di Winston Graham editi da Sonzogno e che in autunno andrà in onda su laF -, sarà l’occasione per un dialogo tra Masolino D’Amico e Margherita Corsi sul successo delle trasposizioni cinematografiche dei grandi romanzi, come nel caso di un classico della letteratura inglese quale Poldark.
Venerdì 21 settembre ore 21:00
Ridotto del Teatro Verdi
«Un viaggio nella memoria che la presenza aleggiante di Proust autorizza e benedice». Ida Bozzi, Corriere della sera
"Autofiction"
La commistione tra realtà biografica e finzione si presta a essere diversamente interpretata e diversamente dosata con risultati spesso sorprendenti.
Carlo Carabba ne discute con Emanuele Trevi
presenta Alberto Garlini
Sabato 22 settembre ore 15:30
Auditorium Istituto Vendramini
La nuda verità è un noir d'amore e di vendetta. Racconta i pazienti visti dal medico, la cura di un singolo visto dai protocolli collettivi, la malaumanità dentro e fuori le corsie ospedaliere dove «il dolore non è la misura dell'intelligenza».
"Distacco e verità"
Gaja Cenciarelli incontra Mary Barbara Tolusso
presenta Antonella Silvestrini
Sabato 22 settembre ore 17:00
Palazzo Montereale Mantica
Acclamato dalla stampa americana e da scrittori quali Jonathan Franzen ed Elisabeth Strout, L'amore al tempo degli scoiattoli mette in scena la storia di un fidanzamento in una commedia dolceamara che gioca con i tic e le nevrosi dell'american way of life.
"L'amore al tempo degli scoiattoli"
Incontro con Elisabeth McKenzie
Presenta Chiara Valerio
Sabato 22 settembre ore 19:00
Auditorium della Regione
Pietro Spirito racconta di una donna che ricerca il proprio passato, perduto quarant'anni prima, in un campo profughi della Venezia Giulia, dove sua madre, per miseria e disperazione, l'ha venduta. Mentre Valentina D'Urbano racconta una storia d’amore e di ricerca di sé che si sviluppa su due piani temporali diversi. Due romanzi che esplorano l'identità che il passato ci cuce addosso.
"Il passato e la ricerca di sé"
Incontro con Valentina D'Urbano e Pietro Spirito
Presenta Gloria De Antoni
Domenica 23 settembre ore 10:30
Palazzo della Provincia
Passando per l'isola mitica di Avalon e ammettendo finalmente le donne alla tavola rotonda di Re Artù, Michela Murgia racconta il suo apprendistato intellettuale dall'infanzia in Sardegna alla vita di oggi.
"L'inferno è una buona memoria"
Visioni da Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley
Incontro con Michela Murgia
Presenta Chiara Valerio
Domenica 23 settembre ore 17:30
Spazio Ascotrade
A Pordenonelegge interviene inoltre Laura Pugno, il cui ultimo romanzo La metà di bosco è uscito prima dell'estate, che interviene agli incontri che da sempre Pordenonelegge dedica alla poesia.