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La Fondazione Gianni Pellicani ridefinisce i propri organi statutari e chiama Emanuela Bassetti alla Presidenza. Termina così un lungo periodo di transizione, iniziato due anni fa con la scomparsa di Cesare De Michelis.

La scelta della famiglia Pellicani di nominare Emanuela Bassetti quale Presidente, riconoscendo il suo lavoro al servizio della città attraverso le attività svolte in Marsilio, Civita Tre Venezie e Fondazione di Venezia, garantisce da un lato il mantenimento di un forte legame con la figura di Gianni Pellicani e con il progetto originario della Fondazione; dall'altro introduce elementi di innovazione alle attività della Fondazione stessa, anche in un momento così complicato come quello che stiamo attraversando. Rientra, inoltre, a far parte del CDA Massimo Cacciari, dopo essere stato il Presidente della Fondazione Gianni Pellicani per numerosi anni.

Fanno inoltre parte del Consiglio fin dalla nascita della Fondazione i rappresentanti di Comune, Fondazione di Venezia, Università Ca' Foscari, IUAV e Città Metropolitana.
 
“Sono onorata di essere stata eletta Presidente della Fondazione” ha detto Emanuela Bassetti, “un incarico che mi appresto a svolgere dopo Cesare De Michelis, che molto si è impegnato per valorizzarne al meglio le sue molteplici attività. Per parte mia vorrei proseguire sulla strada intrapresa accentuandone tre aspetti: il ruolo con il territorio e la Città di Venezia, facendo sinergia con le realtà culturali più qualificate, l’importanza di approfondire il tema della “grande politica novecentesca” con un collegamento diretto con M9 inteso come casa del Novecento italiano, il Festival della Politica come occasione di incontro e dibattito tra punti di vista e saperi diversi, anche  conflittuali tra di loro, mettendo a disposizione la rete di autori e contatti Marsilio e Feltrinelli”.
 
“Torno a far parte del CDA della Fondazione Gianni Pellicani” ha detto Massimo Cacciari, “anche se in realtà non ho mai smesso di lavorare per la Fondazione in questi anni. Ho accettato per sottolineare l'importanza della scelta di indicare Emanuela Bassetti alla guida della Fondazione, che consentirà di consolidare e sviluppare i rapporti con le istituzioni cittadine e rilanciare il piano delle attività, in particolare il Festival della Politica che nei prossimi giorni proponiamo in streaming, ma che già l'anno prossimo riproporremo nelle piazze della città, con un progetto rinnovato”.
 
“Mi fa molto piacere che Emanuela Bassetti sia la nostra nuova Presidente e che Massimo Cacciari torni nel CDA. Per la prima volta c'è una donna competente e di grande capacità in campo culturale alla guida della Fondazione. Un'occasione che ci consentirà di migliorare e sviluppare ulteriormente il campo delle attività” commenta il Segretario Nicola Pellicani. “Le iniziative della Fondazione non si fermano, anche in questo periodo così tormentato, in quanto sono convinto che sia importante lavorare con continuità proponendo progetti culturali di qualità, anche in questi mesi segnati dall'emergenza Covid-19. In attesa di poter tornare ad animare le piazze della città, il Festival online rappresenta un'occasione di approfondimento e di analisi sui grandi temi di attualità politica, coinvolgendo alcune delle principali personalità del nostro tempo. Come sempre i problemi verranno discussi in modo serio e approfondito, con l'unico obiettivo di offrire un contributo alla comprensione delle grandi trasformazioni in atto nel mondo”.
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L’Agenda dei lettori Feltrinelli ci accompagnerà nel 2021 settimana dopo settimana con citazioni, pagine indimenticabili, fotografie storiche, copertine dei grandi classici e anniversari letterari. Le pagine più significative dei classici moderni e contemporanei, pubblicati dalla casa editrice Feltrinelli nella sua storia ultra sessantennale, scandiranno il prossimo anno con un passo riflessivo, sentimentale ma a tratti anche ironico e divertente.
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È partita la campagna dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e librai (ALI Confcommercio) per invitare i lettori ad andare in libreria il prima possibile, senza attendere le code di Natale.

“Nella situazione di incertezza che ci circonda invitiamo gli italiani a non aspettare l’ultimo momento. Novembre è il nuovo dicembre, per usare lo slogan di una felice campagna dei librai americani, ripresa anche nel Regno Unito e in Olanda – sottolineano insieme il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi e quello dell’Associazione Librai Italiani (ALI), Paolo Ambrosini – E questo invito agli italiani è ancora più urgente e sentito in questo momento difficile in cui torniamo a rivolgere il nostro appello a tutte le istituzioni: il libro non può essere considerato alla stregua di un semplice oggetto di consumo il cui acquisto è rinviabile, ma va ritenuto un bene essenziale, come già aveva indicato il governo nei decreti di aprile”.

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Puoi condividere l’invito sui social con l’hashtag #IlNataleIniziaInLibreria
Breve storia del mio silenzio di Giuseppe Lupo tra i 12 candidati alla LXXIV ediz​ione del Premio Strega!
 
«Pochi mesi ancora e Gesù manda sorellina» disse. La frase è l’ultima che conservo di una felicità in bilico. Il mio destino stava per cambiare, ma nessuno se ne accorgeva. In principio tutto era verbo: poesie, quaderni, libri, banchi, lavagne e alunni in abiti di carta crespa. Poi sopraggiunse il silenzio."

QUI la scheda del libro presentato dal Salvatore Silvano Nigro

 

Siamo lieti di annunciare che "Breve storia del mio silenzio" di Giuseppe Lupo è stato proposto per la LXXIV edizione del Premio Strega da Salvatore Silvano Nigro con la seguente motivazione:

«“Ho quattro anni”. Comincia così il romanzo. Con grande finezza letteraria, in una prosa nitida e fluente, Lupo scrive un’autobiografa delicatamente fabulosa inquietata da un “silenzio” che è trauma infantile di afasia, e poi, nel tempo, insidia persistente di un “male delle parole” e di una “inimicizia con il linguaggio”. Il libro è anche un romanzo di formazione: un’educazione alla scrittura letteraria al di là del “silenzio”; verso la scoperta della letteratura in quanto risorsa di “oblio”, nella quale “le immagini della memoria una volta fissate con le parole, si cancellano”, come scriveva Italo Calvino. La prosa è di un’accurata e morbida lentezza. I tempi della narrazione avanzano e retrocedono, per procedere ulteriormente. Così il racconto si stratifica, in quelle che l’autore più che stagioni chiama “ere”: essendo la vita simile a un palinsesto geologico. Il filo di ogni evento viene quindi ripreso in un altro tempo che, tornando indietro, riprende il bandolo e lo intrama. Lupo ha l’orecchio infallibile di un regista per l’opportunità delle entrate e delle uscite dei suoi personaggi, per l’apertura e la chiusura di ogni singolo episodio.»


 

In libreria per Marsilio Editori dal 20 febbraio Querida Amazonia, l'Esortazione post-sinodale di Papa Francesco, con il commento di padre Antonio Spadaro.
 
Un potente appello ecologista, un invito a prenderci cura del nostro pianeta e raccogliere il grido degli ultimi della terra.
 
«Oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico è sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» Papa Francesco
 
Il volume è arricchito da una guida alla lettura del direttore della Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, che presenta il documento, ne mostra i riferimenti e individua i temi centrali del messaggio che Francesco intende lanciare oggi alla Chiesa e al mondo laico. Come agire in difesa della nostra «casa comune», il pianeta? Cosa possiamo apprendere dalla sapienza ancestrale e millenaria dei popoli amazzonici, dal rispetto per le diversità e dall’attenzione alle culture tradizionali? Come vivere una vita in armonia con il mondo che ci circonda? E in che modo far coincidere giustizia ambientale e giustizia sociale? L’interpretazione di Spadaro è utile per cogliere la centralità di questa esortazione nel progetto di riforma spirituale che Francesco sta compiendo tra molte resistenze. Come il santo d’Assisi, egli intende «ricostruire» la Chiesa e proporre un «sogno sociale» ambizioso, consapevole che la salvezza del nostro pianeta esige «cambiamenti radicali e una nuova direzione che consenta di salvarlo».

 

 


 
È in libreria da oggi, giovedì 16 gennaio, L'ultima Dogaressa, pubblicazione legata alla mostra in corso fino al 27 gennaio al museo Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. A quarant’anni dalla sua morte e settanta da quando ha organizzato la sua prima mostra, L'ultima Dogaressa ripercorre la carriera di Peggy Guggenheim, collezionista e mecenate delle arti, in ogni suo aspetto. Partendo dalle prime esperienze come gallerista a Londra, dove il suo intervento è fondamentale per introdurre l’arte moderna nella capitale britannica, per arrivare a Parigi nei mesi che porteranno alla Seconda guerra mondiale, quando Guggenheim è decisa a “comperare un quadro al giorno” e il suo collezionismo è all’apice. Arrivata poco tempo dopo a New York, inaugura una galleria-museo rivoluzionaria, Art of This Century, che pone le basi per i giovani artisti dell’Espressionismo astratto americano. L'ultima Dogaressa dedica particolare attenzione ai trent’anni che Guggenheim trascorre poi a Venezia, dove acquista un palazzo sul Canal Grande che diventa la dimora definitiva della sua collezione e che apre al pubblico.
 
Questo volume è un compendio visivo del collezionismo e del mecenatismo di Peggy Guggenheim, con immagini anche inedite e riproduzioni di opere meno conosciute, che offrono una visione d’insieme della collezione. Studiosi internazionali ne prendono scrupolosamente in esame le attività visionarie in dodici saggi frutto di nuove e approfondite ricerche e in tre interviste. L'ultima Dogaressa è un libro imprescindibile sulle vicende coinvolgenti e poliedriche di Peggy Guggenheim, una preziosa fonte di informazioni sul formarsi di una collezione tra le più amate e significative d’arte moderna del XX secolo.
 
Anche quest'anno Marsilio partecipa al Festival della Politica che si svolge a Mestre dal 4 all'8 settembre con alcuni dei suoi più prestigiosi autori di saggistica:

Giovedi 5 settembre ore 16.30 Arena Toniolo Carlo Ossola autore de IL TRATTATO DELLE PICCOLE VIRTU', Breviario di civiltà, parlerà di Dante e la politica insieme a Antonio Gnoli.

Venerdì 6 settembre, ore 16.00 Chiostro M9: Giuliano Da Empoli presenta GLI INGEGNERI DEL CAOS, Teoria e tecnica dell'internazionale populista. Con lui interviene Maurizio Crovato

Sabato 7 settembre, ore 17.30 Piazzetta Battisti: Paolo Franchi con Emanuele Macaluso e Guido Moltedo presenta IL TRAMONTO DELL'AVVENIRE, Breve ma veridica storia della sinistra italiana

Domenica 8 settembre, ore 17.30 Piazzetta Pellicani: Ernesto Galli Della Loggia e l' on. Rocco Fiano presentano L'AULA VUOTA. Come l'Italia ha distrutto la scuola

In vista della XXIII edizione del Festivaletteratura di Mantova (4-8 settembre), tra i numerosi ospiti nazionali e internazionali segnaliamo, per Marsilio, la presenza del Premio Goncourt 2018 Nicolas Mathieu che porta al Mantova il 7 settembre, appena uscito nell’edizione italiana, il romanzo E i figli dopo di loro con il quale si è aggiudicato l’anno scorso in Francia il prestigioso riconoscimento. Al Festival torna inoltre quest’anno, venerdì 6, il giallista Gianni Farinetti, con il nuovo titolo della serie ambientata nelle Langhe, La bella sconosciuta.
Qui gli appuntamenti:
 

Sabato 7 settembre ore 18.30
Aula Magna dell’Università

Nicolas Mathieu
 
presenta
 
E i figli dopo di loro
romanzo vincitore del Prix Goncourt 2018

 
Interviene con l'autore Marco Filoni
 
Domenica 8 settembre alle 12.15 l’autore incontra anche i giovani lettori
nell’ambito degli incontri del ciclo Blurendevù presso il Museo Diocesano

 
Romanzo vincitore del Prix Goncourt 2018,E i figli dopo di lororicostruisce sulla pagina un piccolo mondo periferico, lontano da quello globalizzato, lasciato indietro dalla deindustrializzazione. Nicolas Mathieu racconta le famiglie squinternate, le ferite, le miserie, le liti quotidiane, la tv sempre accesa, i tranquillanti e i bicchieri di troppo, dando forma a un affresco sociale che brilla di luce tragica. L’adolescenza di Anthony, Stephanie e Hacine diventa per lui una lente tenera e spietata con cui guardare a un’Europa di provincia, alle sue illusioni di benessere bruciate nei falò estivi, alla sua innocenza perduta. Un’Europa che è anche la nostra.
 
Lorena, agosto 1992. Anthony ha quattordici anni, le spalle larghe e una palpebra mezza chiusa che gli dà sempre un’aria imbronciata. Stephanie è la più bella della scuola, ma nella valle dimenticata da Dio in cui è cresciuta l’avvenenza serve a poco. Hacine è un po’ più grande, ama le moto (soprattutto quelle prese agli altri) ed è ormai rassegnato all’idea di deludere il padre, arrivato in Francia dal Marocco sognando l’integrazione. L’estate in cui i tre ragazzi si incontrano è quella del primo bacio, delle prime canne, dei Nirvana nelle orecchie e delle corse in BMX intorno al lago, della noia che si mescola alla rabbia e al desiderio di fuggire. Ma è anche un’estate torrida, in cui il vento caldo della globalizzazione ha già spazzato via buona parte dei posti di lavoro della regione lasciando le famiglie sul lastrico, impreparate ad affrontare la chiusura delle fabbriche e a immaginare un futuro diverso per sé e i propri figli.
 
«Un grande romanzo. Giusto, profondo, bellissimo».Le Canard Enchainé
 
«Splendido. Mathieu sa dire il battito del cuore, la rabbia e la fragilità». Le Monde
 
«Un magnifico romanzo corale. Mathieu è capace, ha respiro ampio e una tastiera affilata, uno stile dalla forza incredibile. Essenziale. Anthony è qui. Così lontano e così vicino. La sua voce suona ancora. Dobbiamo sentirlo urlare». L’Express
 
Nicolas Mathieuè nato a Épinal, nella regione dei Vosgi, nel 1978. Dopo aver studiato storia e cinema, si è trasferito a Parigi, dove ha svolto i lavori più disparati, quasi tutti mal retribuiti. Ha esordito nel 2014 con il noir Aux animaux la guerre, da cui è stata tratta una serie tv ora in onda su France 3. Oltre al Premio Goncourt 2018, E i figli dopo di loro ha vinto il Prix des Médias France Bleu-France 3-L’Est Républicain, il Prix du deuxième roman Alain Spiess e il Prix Blù/Jean-Marc Roberts oltre ad essere entrato nella shortlist del Prix de Flore, del Prix Médicis e del Prix France Culture Télérama des étudiants.

Nicolas Mathieu, E i figli dopo di loro, trad. Margherita Botto, pp. 464, euro 19 – In libreria dal 5 settembre 2019
 
 
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Venerdì 6 settembre ore 17.45
Palazzo San Sebastiano

Gianni Farinetti
 
presenta
 
La bella sconosciuta

 
 
Interviene con l’autore Gesuino Némus
Modera Marco Malvaldi
 

Dopo Rebus di mezza estate e Il ballo degli amanti perduti, tornano lo sceneggiatore Sebastiano Guarienti e il maresciallo Buonanno nell’atteso terzo capitolo del ciclo dei gialli delle Langhe di Gianni Farinetti.
 
Sebastiano Guarienti ha finalmente terminato i restauri del borghetto Le Vignole, nelle Langhe, e si è definitivamente trasferito lassù. Per tutto il mese di agosto ha affittato una delle case a una giovane donna milanese molto affascinante, Angela, che fa la restauratrice di affreschi. Nel corso di quella torrida estate tre uomini della zona si invaghiscono della bella e misteriosa Angela, uno più timidamente, gli altri due in modo più deciso e sfacciato. Finché una mattina uno dei tre corteggiatori viene ritrovato morto in una cisterna d’acqua. Una disgrazia? Addirittura un suicidio? Buonanno ci mette poco a capire che quell’uomo, nella cisterna, ci è stato spinto, e dunque si tratta di omicidio. I primi sospetti si addensano proprio su Angela, che dovrà svelare a Buonanno i suoi segreti a uno a uno. Ma è stata veramente lei a uccidere il suo presunto amante? E quali sono i suoi veri rapporti con gli altri due uomini da lei attratti? Tocca a Buonanno srotolare l’ingarbugliata matassa, fino all’inaspettato finale, ben diverso dalle prime ipotesi d’indagine: un finale che sconvolge la quiete dell’estate e l’intera valle.
 
Gianni Farinetti (Bra, 1953) ha esordito con Marsilio nel 1996 con il romanzo Un delitto fatto in casa (premio Grinzane Cavour autore esordiente 1997, premio Premier Roman di Chambéry 1997). Con Marsilio ha pubblicato anche L’isola che brucia (premio Selezione Bancarella 1998), Lampi nella nebbia (2000), Regina di cuori e La verità del serpente (2011), Rebus di mezza estate (2013), Prima di morire (2014), Il ballo degli amanti perduti (2016) e Il segreto tra di noi (2016, premio Via Po 2009). I suoi libri sono tradotti nei maggiori paesi europei. Vive fra Torino e le Langhe.
 
Gianni Farinetti, La bella sconosciuta, pp. 256, euro 17, Marsilio 2019


de Chirico
Palazzo Reale, Milano
25 settembre 2019 - 19 gennaio 2020
 
 
Milano, 5 giugno 2019. È stata presentata ieri alla stampa la grande mostra su Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978) che attraverso circa un centinaio di capolavori ricostruisce l’irripetibile carriera del Pictor Optimus.
 
Dal 25 settembre 2019, le sale di Palazzo Reale a Milano, a distanza di quasi cinquant’anni dalla personale del 1970, torneranno a ospitare l’opera di de Chirico in una straordinaria retrospettiva curata da Luca Massimo Barbero, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, da Palazzo Reale, da Marsilio e da Electa, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
 
L’esposizione offre la chiave d’accesso a una pittura ermetica che affonda le sue radici nella Grecia dell’infanzia, matura nella Parigi delle avanguardie, dà vita alla Metafisica che strega i surrealisti e conquista Andy Warhol e, infine, getta scompiglio con le sue irriverenti quanto ironiche rivisitazioni del Barocco.
 
Il cospicuo corpus di opere in mostra proviene da importanti musei internazionali tra i quali la Tate Modern di Londra, il Metropolitan Museum di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi, la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, The Menil Collection di Huston e il MAC USP di San Paolo in Brasile. Numerose sono anche le istituzioni milanesi: il Museo del Novecento, la Casa Museo Boschi di Stefano, la Pinacoteca di Brera e Villa Necchi Campiglio.
 
Suddiviso in otto sale, il percorso espositivo procede per temi pensati secondo accostamenti inediti e confronti originali come in una catena di reazioni visive che, come scriveva de Chirico nel 1918, rincorrono “il demone in ogni cosa […] l’occhio in ogni cosa [perché] Siamo esploratori pronti per altre partenze”.
 

MATERIALI STAMPA

 
 
CONTATTI
 
Comune di Milano
Elena Conenna
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Electa
Ilaria Maggi
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t 02.71046250
 
responsabile comunicazione
Monica Brognoli
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Marsilio
Chiara De Stefani
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