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Fare un film è per me vivere

Fare un film è per me vivere

3° ed.
978-88-317-5975-5

Se con Michelangelo Antonioni si fa cominciare il cinema della modernità non è per gusto di formule ma perché con questo regista - più che con altri - il cinema si è fatto interprete dei contrasti del cambiamento, del mutare del tempo, «non più solamente a livello della grande storia - scrisse Roland Barthes - ma all’interno di quelle piccole storie di cui è misura l’esistenza di ciascuno di noi».
La difficoltà delle relazioni tra individuo e ambiente, il doloroso distacco del soggetto dal tempo degli eventi, la «malattia dei sentimenti» sono stati analizzati dalla sensibilità di questo autore del disagio filtrandoli attraverso gli umori più vivi della cultura contemporanea. Ma il suo «cinema della crisi» ha significato prima di tutto messa in crisi del cinema, del sistema rappresentativo come si era andato consolidando e che non rispondeva più ai bisogni del nuovo modo di mostrare e raccontare. L’essere dentro la storia di Antonioni è nel senso dei suoi film, l’averla anticipata è nelle sue innovazioni formali.
Questo volume raccoglie gli scritti e le più significative interviste al regista e fornisce quindi uno strumento indispensabile per penetrare nel suo mondo poetico, per intendere la complessità delle sue scelte stilistiche, per comprendere i rapporti tra cinema e altre forme espressive. Un libro fondamentale per capire Antonioni e i problemi moderni della visione.

Autore

(Ferrara, 1912 - Roma, 2007) ha diretto Cronaca di un amore (1950), I vinti (1952), La signora senza camelie (1953), Tentato suicidio episodio di Amore in città (1953), Le amiche (1955), Il grido (1957), L'avventura (1960), La notte (1961), L'eclisse (1962), Il deserto rosso (1964), Il provino prefazione a I tre volti (1965), Blow up (1966), Zabriskie Point (1970), Chung Kuo. Cina (1972), Professione: reporter (1974), Il mistero di Oberwald (1980), Identificazione di una donna (1982), Al di là delle nuvole (1995) e Il filo pericoloso delle cose episodio di Eros (2004).