Solitudini

Solitudini


pp. 240, 1° ed.
9788829790531
Questo classico della critica italiana, che nella solitudine dello scrittore vede il più alto grado di socievolezza e nelle figure di grandi solitari – come Petrarca, Tasso, Leopardi – i modelli di nuove società umane, ritorna oggi in un mondo che, a rigore, non prevede più la letteratura come pietra angolare dell’edificio comune. Solitudini guarda indietro, naturalmente: ai poeti che nella loro “cameretta” hanno concepito mondi perfetti; ai dotti, ai moralisti, ai cabalisti perduti tra milioni di libri; agli innamorati e ai loro songes obscurs; ai narratori realisti e a quelli visionari; ai poeti-filosofi, come Leopardi. Il tono e il suono dei grandi italiani hanno toccato per secoli cuori lontani: Shakespeare, Montaigne, Goethe, Voltaire (che recitava l’Orlando furioso a memoria), Baudelaire, Joyce, Seamus Heaney… Che oggi ciò non accada più è un fatto. La linea è interrotta. Solitudini, con una certa insistenza, propone ancora oggi alcune ottime ragioni per il suo ripristino.

Autore

, scrittore e saggista, è professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Torino. Ha insegnato negli Stati Uniti a UCLA, a Stanford e alla Columbia University. Tra i suoi libri: Solitudini (Garzanti 1993), Il punto di vista della natura. Saggio su Leopardi (il melangolo 1996), Casanova e la malinconia (Einaudi 1999), Stile Novecento (Marsilio 20192), Riviera (Einaudi 2010), Montale sentimentale  (Marsilio 2020), Lettere non italiane  (Bompiani 2016), Vite libertine  (La nave di Teseo 2021). Ha vinto nel 2011 il Premio per la Saggistica dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Collabora al «Sole 24 Ore».