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Matasaburō del vento e altri racconti

Matasaburō del vento e altri racconti

a cura di

pp. 256, 1° ed.
978-88-297-1490-2

In un paesino di montagna, l’improvvisa comparsa di uno strano ragazzino dai capelli rossi all’inizio dell’anno scolastico porta scompiglio tra gli alunni di una piccola scuola elementare. Il misterioso nuovo arrivato, Takada Saburō, verrà presto etichettato dai suoi compagni come Matasaburō, una divinità del vento, poiché ogni sua azione sembra essere accompagnata da impetuose folate. Nell’arco di dodici giorni, i ragazzini protagonisti del racconto stringeranno amicizia con Saburō, rimanendo però coinvolti in situazioni ed eventi inspiegabili che li spingeranno a insospettirsi sempre di più circa la vera identità del loro compagno. Oltre a quello che dà il nome alla raccolta, nel volume sono contenuti altri racconti che illustrano i temi più rappresentativi e ricorrenti della poetica di Kenji: l’amore per la natura sublime, il rapporto con l’alterità e con il divino, la rielaborazione originale delle suggestioni buddhiste e degli studi scientifici, l’uso innovativo e peculiare della lingua.

Autore

(1896-1933), agronomo, poeta, autore di fiabe, devoto praticante buddhista, appassionato di musica, mineralogia, esperanto, è la personalità più eccentrica e poliedrica che la letteratura giapponese moderna abbia prodotto. Tale eclettismo si riflette nel linguaggio dei suoi scritti, che attinge ai più vari campi del sapere, incluso quello scientifico, per realizzare una sintesi originale e unica. In vita la sua opera, respinta dagli editori, non ottenne alcun riconoscimento, ma dopo la morte la sua reputazione cominciò a crescere, e oggi è tra gli scrittori più amati e studiati in Giappone. Kenji nasce a Hanamaki, nella prefettura di Iwate, a nord dello Honshū, in una zona dalla natura splendida e ostile, dove le coltivazioni sono sotto la continua minaccia del rigido clima. Di famiglia ricca, sin da piccolo rifiuta i privilegi per identificarsi con i contadini, spinti dalla povertà a frequentare il banco dei pegni gestito da suo padre. Amante della natura e dell’umanità, le trasfigura entrambe, ammantandole di un’aura magica e poetica, senza tuttavia attutirne la drammaticità. L’opera di Kenji è composta soprattutto di poesie, quasi tutte comprese nella raccolta Haru to shura (La primavera e gli Asura), e di fiabe, delle quali il presente volume offre una scelta significativa.