fbpx

Che cos'è la tradizione

Che cos'è la tradizione

Un'idea decisiva nell'ampio mareggiare della storia umana
a cura di

pp. 272, 1° ed.
9788829700622
«È noto che un testo ha un piano letterale che è la carne e il mondo sensibile, ma anche una vita animatrice di quella lettera che, da sola, sarebbe morta. Oltre la lettera c’è l’allegoria, che riguarda vicende interiori. E oltre l’allegoria l’anagogia che solleva al puro spirito, al divino». Che cos’è la tradizione, opera tra le più problematiche di Elémire Zolla, come riconobbe lui stesso commentandola nel 1998, si offre oggi a modello perfetto di una lettura a tre piani. Mentre l’attualità del piano letterale, a oltre mezzo secolo dal periodo turbinoso in cui il testo venne composto (1971) è palesemente illanguidita, l’allegoria rispecchia il dramma esistenziale dell’uomo moderno – l’Ognuno descritto nella fiaba all’epilogo – che, immerso nella contingenza alienante del tempo storico, brama di sottrarvisi (Parte prima), senza osare però di varcare la soglia che, una volta dischiusa, «mostri il cielo cancellando il debito contratto nascendo» (Parte seconda). Per “cielo” Zolla intese il piano anagogico dell’Essere concepito come il principio fondante d’ogni contingenza trasmesso dalla Tradizione. Essa è: «L’unica garanzia di una continua dissoluzione di quanto nell’uomo è ipocrisia e nella società ideologia, perché, posta fuori del gioco delle forze mondane, non ammette limiti al suo esercizio […], di ogni cosa mostra la precarietà ma vi ravvisa nel contempo un grado di essere: dissolve esaltando ed esalta dissolvendo». Pensieri che d’acchito suonano ardui, temerari, esoterici ma il libro senza reticenze ne scioglie i nodi via via, andando alla radice della seduzione satanica, della coazione magica al potere mostrando con lucidità disillusa che «la ruota gira sul medesimo mozzo nei secoli».

Autore

(1926-2002), grande intellettuale tra i più controversi e meno compresi del secondo Novecento, fondatore della rivista erudita «Conoscenza religiosa» (1969-1983), accademico e autore di fama internazionale, ha scandagliato i modelli mentali vincenti e perdenti che hanno improntato le visioni del mondo in Occidente, Oriente e nei mondi indigeni. Gli scritti polifonici di Elémire Zolla, considerato uno dei massimi conoscitori mondiali delle filosofie di Oriente e Occidente e delle rispettive tradizioni esoteriche, sono raccolti nell’Opera omnia a cura di Grazia Marchianò, autrice della biografia intellettuale dello scrittore Il conoscitore di segreti (2012), che tratteggia un vasto affresco della condizione umana scrutata egualmente nel limite e nell’illimitato. Il lascito zolliano è stato rivisitato nel convegno internazionale promosso nel ventennale della morte dall’Accademia Vivarium Novum, Villa Falconieri, Frascati, donataria dell’ingente biblioteca erudita e dell’archivio dello scrittore.
 
 
Titoli pubblicati: I letterati e lo sciamano (2012), Uscite dal mondo (2012), Filosofia perenne e mente naturale (2013), Lo stupore infantile (2014), Il serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale (2015), Archetipi. Aure. Verità segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo (20203), Le meraviglie della natura. Introduzione all’alchimia (20203), Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana (2019), Le potenze dell’anima. Vie alla riforma interiore dal disincanto al risveglio (2020), Dal tamburo mangiai, dal cembalo bevvi... Lo stato mistico e altre questioni di antropologia spirituale (2021), L’umana nostalgia della completezza. L’Androgino e altri testi ritrovati (2022). In queste stesse edizioni: Le porte regali. Saggio sull’icona di Pavel A. Florenskij, tradotto e curato da Zolla, postfazione di G. Marchianò (2018), L’amante invisibile. L’erotica sciamanica nelle religioni, nella letteratura e nella legittimazione politica, nota al testo di G. Marchianò (20194).