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L'architettura come testo e la figura di Colin Rowe

L'architettura come testo e la figura di Colin Rowe

a cura di

pp. 272 con 154 ill b/n e 26 ill a col., 1° ed.
978-88-317-9970-6
Critico, teorico e docente di architettura, Colin Rowe è tra le figure che hanno maggiormente influenzato il modo di studiare, pensare e fare l'architettura nella seconda metà del XX secolo. Questo libro costituisce un fondamentale contributo all'approfondimento della sua figura e alla rimessa in gioco delle principali questioni affrontate dai suoi studi: dalla composizione architettonica al rapporto tradizione/modernità, dal carattere degli edifici alla interpretazione della città come complesso e straordinario archivio di forme e di vuoti, di oggetti e di texture. Da La matematica della villa ideale a Collage City fino a L'architettura delle buone intenzioni, gli scritti di Colin Rowe hanno costituito e costituiscono un imprescindibile terreno di confronto per chi si occupa di progetto alla scala urbana come a quella dell'edificio. Attraverso le letture di architetti, storici dell'architettura e urbanisti, le pagine di questo volume guidano il lettore alla comprensione del metodo di uno studioso che indagava le ragioni formali del primo e dell'ultimo Le Corbusier attraverso Palladio, leggeva la città come un collage fatto di sfondi e figure e analizzava le architetture come testi in attesa di essere letti.