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Memoria del paterno governo

Memoria del paterno governo

Sentimento civile e inflessioni della letteratura nella Serenissima

pp. VIII-336, 1° ed.
978-88-317-9776-4
L'interesse per le idee, le passioni, i rimpianti che negli ultimi anni della Repubblica Serenissima percorsero la cultura veneta, e che continuarono a segnarla, nel ricordo e nel costume dei letterati, anche molto tempo dopo la sua caduta. Eventi e figure minori, non cospicui sui grandi scenari della storia, e tuttavia non poco significativi, opere rare e dimenticate e alcuni personaggi illustri, che degli eventi erano stati o responsabili protagonisti o testimoni appassionati e preveggenti - Napoleone Bonaparte, Ugo Foscolo. - compaiono più volte in queste pagine e costituiscono i motivi conduttori che percorrono questo volume.

Autore

- dopo essere stato per undici anni professore ordinario di Filologia medievale e umanistica - insegna dal 1983 Letteratura italiana nell'Università di Padova. Alla letteratura medievale latina e volgare, a Dante, Petrarca, Boccaccio, all'Umanesimo, alla lirica e all'iconologia rinascimentale, a Galileo, alla retorica barocca, a problemi e autori del Sette-Ottocento ha dedicato edizioni e commenti di testi, studi filologici ed eruditi, letture critiche. Dall'esperienza maturata attraverso la progettazione e direzione (insieme con Girolamo Arnaldi) della Storia della cultura Veneta in 10 tomi (1976-1986) ha poi sviluppato un interesse costante verso la letteratura, la cultura, la fisionomia civile del Veneto specialmente nei tempi estremi della Serenissima, indagate in numerosi scritti su figure maggiori e minori e su eventi del secondo Settecento e del primo Ottocento. È del 2008 il volume Forme e figure. Retorica e poetica dal Cinquecento all'Ottocento. Attualmente collabora fra l'altro a una nuova edizione commentata delle opere di Dante, all'edizione nazionale degli scritti di Antonio Canova, all'edizione nazionale delle opere di Angelo Poliziano, alla raccolta e alla informatizzazione di tutta la poesia italiana in latino dal 1265 al Rinascimento.