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Lucina

Lucina

L'indecente soprano nella Roma del Papa Re

pp. 224, 1° ed.
978-88-317-9684-2

Mentre in molte capitali europee soffiava il vento innovatore dell'Illuminismo, la Roma papalina di Pio vi Braschi sonnecchiava torpidamente sotto la polvere dei secoli. Era la Roma di Meo Patacca e di Pasquino, di Canova e di Pinelli, tappa obbligata dei "viaggi in Italia" dell'intellighenzia cosmopolita, da De Brosses a Goethe. Fu in questa Roma che, in riva al Tevere, nacque Lucina. Sua madre - che esercitava il puttanesimo al Porto di Ripetta, nei miserabili quartieri dove Illirici, Greci, Lombardi, Borgognoni e Portoghesi vivevano arroccati intorno alle rispettive chiese - la lascia orfana che è ancora bambina. Affidata alle suore, Lucina rivela una voce meravigliosa cantando le lodi del Signore nel coro delle Orfanelle: ?una voce di "musico sopranista", o di "castrato", come più comunemente si diceva; una voce da far invidia alle cantanti di maggior fama internazionale. Sennonché, nello Stato Pontificio, la carriera di cantante non era permessa alle donne. Ma Lucina, pur di cantare, si travestì da maschio e, fingendosi castrato, riuscì a diventare un musico famoso, di nome Leonardo. Fino a quando, molti anni dopo, con l'avvento della Repubblica Romana, poté tornare a chiamarsi Lucina. Queste, e mille altre vicende, si svolgono nello scenario turbinoso degli anni che vanno dalla Rivoluzione Francese agli albori del Risorgimento

Autore

è nato a Roma nel 1928. Inizia la sua carriera come sceneggiatore e soggettista collaborando con Age e Scarpelli e lavorando per i maggiori registi dell'epoca, e per i Caroselli. Collabora anche con Garinei e Giovannini per una serie di fortunate commedie musicali. Nel 1968 avviene il suo esordio nella regia con Faustina. Con il film Nell'anno del Signore (1969), con cui Nino Manfredi riceve il David di Donatello per la migliore interpretazione, si definiscono le linee espressive del suo cinema dedicato a Roma (un continuo ondeggiare tra commedia e tragedia, tra farsa e melodramma) e alla sua storia colta nei suoi aspetti farseschi e drammatici e accompagnata sempre da un linguaggio chiaro e popolare. Molto spesso le sue storie prendono spunto da fatti di cronaca e da personaggi storici. Tra gli altri suoi affreschi, sospesi tra dramma e commedia, In nome del Papa Re (1977) e Nemici d'infanzia (1995). Per la televisione nel 2000 con La carbonara torna a raccontare la Roma papalina percorsa da fremiti giacobini di libertà e democrazia. Nel 2002, sempre per la televisione, La notte di Pasquino con Nino Manfredi. Questo è il suo quinto romanzo.