Il nido delle colombe raccoglie sei racconti, scritti tra la fine del 1921 e l’estate del 1922 e pubblicati postumi nel 1923, pochi mesi dopo la morte dell’autrice. Rappresentano dunque il momento estremo di maturazione della Mansfield, in una consapevolezza tragica e poetica del carattere transitorio delle cose e della preziosità degli istanti della vita quotidiana. Sono piccole e brevi storie di piccole cose: la casa delle bambole che è segno di una differenza sociale ma anche di un momento intenso di solidarietà tra bambini, le piccole abissali incomprensioni tra due sposi in apparente sintonia, la violenza disperata e terribile di un gesto insignificante come quello di uccidere una mosca… La brevità è il tratto che le qualifica e le caratterizza, una brevità che raggiunge un effetto paragonabile a quello della poesia. E davvero simili a poesie sono questi racconti densissimi: è della poesia l’attenzione per l’aspetto sonoro del linguaggio, la compattezza ritmica, l’uso sapiente del simbolo, la forzatura del linguaggio a rappresentare ciò che non è visibile e non è dicibile.