fbpx

René

René

a cura di

pp. 160, 4° ed.
978-88-317-7715-5
«Se René non esistesse, non lo scriverei più; se mi fosse possibile distruggerlo, lo distruggerei». Nelle Memorie Chateaubriand rinnega il suo racconto autobiografico, troppo persuasivo e di successo: colpevole di corruzione perché nasconde un segreto indicibile, esalta la forza misteriosa delle passioni, induce al peccato di orgoglio, legittima una mortale fatica di vivere. Scritto a trent'anni, all'ombra della Rivoluzione, René mette in scena una generazione perduta. Quella di un giovane infelice, prototipo dell'eroe romantico malato di Noia e condannato al disimpegno, che rinuncia all'esistenza per rifugiarsi nella solitudine dei deserti selvaggi del Nuovo Mondo. Foreste ventose, oceani in tempesta, abissi di fuoco, rovine antiche, prestano i loro fondali spettacolari a perturbati «paesaggi dell'anima». Fratello francese di Werther e di Jacopo Ortis, modello di molte reincarnazioni letterarie, dal 1802 René continua a perseguire una felicità dalla quale sembra fatalmente escluso: per l'originario marchio giansenista o per la moderna inclinazione alla nevrosi.

Autore

, il più autorevole scrittore del primo Ottocento francese, uomo di lettere e insieme d'azione, ha interpretato più ruoli: del soldato e del viaggiatore avventuroso, dello storico, dell'intellettuale d'opposizione, del diplomatico, del ministro e dello statista pluridecorato - sempre seduttore mondano, un po' dandy per Baudelaire. Nato nel 1768 a Saint-Malo (Bretagna), si vantava di aver visto da vicino, all'incrocio di due secoli, le più rare sventure, le più eccelse fortune, le più vaste glorie. Dal 1811 inizia le Memorie d'Oltretomba, per raccontare tra vissuto e immaginario il proprio io, in una biografia intima correlata alle turbolenze della Storia e all'"epopea" del proprio tempo. Muore a Parigi nel 1848.