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L'Orto botanico di Padova 1545-1995

a cura di
2° ed.
978-88-317-6977-8

Per tutto il Medioevo e fino alle soglie del rinascimento, lo studio delle piante continuava a ruotare attorno all'eredità culturale degli autori classici: Teofrasto, Aristotele, Dioscoride. Solo con il Rinascimento italiano ed europeo lo studio del mondo vegetale riprende in forma originale, e con il prezioso contributo di nuove idee e di nuovi criteri di classificazione e di rappresentazione. A ciò contribuì in modo rilevante anche lo sviluppo della stampa, che favorì grandemente la circolazione dei testi classici e moderni e, soprattutto, consentì una grande diffusione dell'iconografia botanica, con i grandi erbari figurati del Cinquecento. Nel medesimo secolo si assiste alla nascita dei primi orti botanici: un fenomeno che prende l'avvio in Italia, in particolare, con gli esempi di Padova (1545) e di Pisa, per poi diffondersi nel resto d'Europa. Questi Orti sono, fin dal loro primo sorgere, luoghi di accumulazione e di sintesi di diverse discipline: arte ed architettura ne influenzarono profondamente la realizzazione, in un ruolo non secondario rispetto ai criteri botanici che presiedevano alla scelta delle piante da mettere a coltura. Per quattro secoli e mezzo, l'Orto di Padova è stato luogo di studio e di insegnamento, sotto la guida dei praefecti che con continuità ne hanno retto le sorti, nel nome dell'Università. Il volume esplora, dunque, attraverso il saggio di Jan de Koning, le premesse storiche e scientifiche che hanno portato alla nascita dell'Orto, mentre le pagine di Vittorio Dal Piaz e maurizio Rippa Bonati ne ripercorrono la storia architettonica. Nei densi capitoli successivi, a firma di Renata Trevisan, Paolo Mariani, Giuseppe Ongaro, Nicoletta Rascio, Giorgio Casadoro, Arturo Paganelli e Filippo Marcabruno Gerola, rivivono la figura e l'opera dei prefetti che si sono succeduti alla direzione dell'Orto, dal primo fra tutti, Luigi Squaderno, detto Anguillara fino a carlo cappelletti. Seguono i saggi di Elsa M. Cappelletti e Andrea Ubrizsy Savoia, che ricostruiscono l'aspetto dell'Orto botanico di Padova negli ultimi decenni del XVI secolo, attraverso una puntigliosa identificazione delle singole specie che vi erano allora coltivate. Il volume si conclude con i contributi di Franco Pedrotti, Aurora Montemartini Corte, Patrizio Giulina, Giovanni Caniglia, Claudio Tolomio, Giuseppina Pellizzari e Alessandro Minelli, sulle collezione botaniche, gli erbari e la ricca biblioteca, preziosa eredità di quattrocentocinquant'anni di vita di questo Orto botanico, che ha tutti i titoli per competere per il primato di più antico orto botanico d'Italia e del mondo.

Alessandro Minelli è professore ordinario di zoologia presso l'Università di Padova. La sua attività di ricerca è rivolta a temi di biologia sistematica ed evoluzionistica, ai quali ha dedicato un volume monografico Biological Systematics, Londra 1993). Si interessa inoltre di storia della storia naturale.