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Il primo Amleto

2° ed.
978-88-317-6542-8

Fino al 1823 si conoscevano solo due versioni dell’Amleto, quella pubblicata in edizione in quarto nel 1604-1605 e quella, in parte diversa, apparsa nell’edizione in folio del 1623. Ma in quell’anno fu fatta una scoperta clamorosa: un certo Sir Henry Branbury rinvenne per caso un vecchio volumetto, mancante dell’ultima pagina, che recava la data del 1603 e presentava un Amleto precedente a quelli, molto più breve, diverso nei nomi di alcuni personaggi, nella sequenza delle azioni e, in molti punti, nella stessa struttura discorsiva; più incalzante, più rozzo, più barbarico. Si accese subito un accanito dibattito durato, senza tregua, fino ai nostri giorni: una primissima stesura d’autore oppure un testo piratesco malamente ricostruito a memoria da un attore della compagnia? È un vero e proprio "giallo" filologico-critico, di cui probabilmente non sarà mai trovata una soluzione certa, dato che le prove in un senso e nellaltro sono molte e disparate. Alessandro Serpieri, pur non dimenticando gli argomenti di quanti la negano, opta per la autorialità shakespeariana. Il testo, tradotto in italiano per la prima volta, è puntualmente discusso e commentato in tutte le sue varianti strutturali e discorsive. La pubblicazione, in questa stessa collana, di una edizione dell’Amleto "classico", tradotta e commentata dallo stesso curatore, consente un confronto serrato e omogeneo tra i due testi. Ma, al di là di tale confronto, è innegabile l’autonomo fascino letterario e drammaturgico di questo "primo" Amleto, nonché la sua originale teatralità, comprovata dal successo di alcune recenti rappresentazioni in Inghilterra, in Svezia e negli Stati Uniti.

Alessandro Serpieri, docente di letteratura inglese all’Università di Firenze, si è occupato prevalentemente di Shakespeare, di poesia romantica e moderna, di teoria della letteratura. Per Marsilio ha tradotto e curato Amleto (2003), Drammi romanzeschi (2001) e Misura per misura (2003) di Shakespeare, Falk di Conrad (2002), Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Carroll (2002). Per Il primo Amleto ha ricevuto, nel 1998, il premio Città di Monselice per la traduzione.

William Shakespeare nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564. Ben poche notizie abbiamo sulla sua vita, soprattutto per il periodo precedente il trasferimento a Londra; ma si può arguire che all’inizio degli anni ’90 fosse già discretamente affermato come rifacitore o autore di copioni e come attore: risale infatti agli ultimi anni del secolo la messa in scena dei "drammi storici" (Enrico VI, Riccardo III, Riccardo II, Enrico IV, Enrico V, Re Giovanni), di molte commedie e di capolavori quali Romeo e Giulietta o Sogno di una notte di mezza estate. Con l’avvento di Giacomo I, nel 1603, la compagnia teatrale di Shakespeare si denominerà come quella dei "King’s Men", producendo le tragedie maggiori (Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra). Nell’ultima fase Shakespeare si dedica al dramma romanzesco, e con La tempesta (1611), in cui si adombra il congedo dalle scene, conclude la sua carriera, ritirandosi ormai ricco e famoso a Stratford, dove muore nell’aprile del 1616.

 

 

Autore

nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564. Ben poche notizie abbiamo sulla sua vita, soprattutto per il periodo precedente il trasferimento a Londra; ma si può arguire che all'inizio degli anni '90 fosse già discretamente affermato come rifacitore o autore di copioni e come attore: risale infatti agli ultimi anni del secolo la messa in scena dei «drammi storici» (Enrico vi, Riccardo iii, Riccardo ii, Enrico iv, Enrico v, Re Giovanni), di molte commedie e di capolavori quali Romeo e Giulietta o Sogno di una notte di mezza estate. Con l'avvento di Giacomo i, nel 1603, la compagnia teatrale di Shakespeare si denominerà come quella dei «King's Men», producendo le tragedie maggiori (Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra). Nell'ultima fase Shakespeare si dedica al dramma romanzesco, e con La tempesta (1611), in cui si adombra il congedo dalle scene, conclude la sua carriera, ritirandosi ormai ricco e famoso a Stratford, dove muore nell'aprile del 1616.