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Macbeth

Macbeth

a cura di
2° ed.
978-88-317-6367-7

Macbeth, dramma tra i più foschi nel panorama sia shakespeariano sia elisabettiano, deve probabilmente la propria fortuna alla natura quanto mai complessa e tortuosa del suo protagonista. Egli infatti, pur crudele e assatanato nella sfrenata ambizione che lo anima, appare a più riprese incerto, timoroso, e poi ferocemente dilaniato dai rimorsi. Come si conciliano questi due risvolti del suo comportamento, presupposto l’uno di aridità d’animo, l’altro di esasperata sensibilità? Si ritenga la contraddittorietà caratteriale di Macbeth frutto della nota incuria di Shakespeare per la banale "verosimiglianza", o, al contrario, si reputi l’anima dicotomica del personaggio come una delle più riuscite e veridiche raffigurazioni della conflittualità insita nell’uomo, certo è che ha incontrato attenzione, interesse e favore proprio e soprattutto per le discrepanze del suo atteggiamento. Né è da meno la sua consorte, su cui tanta critica si è arrovellata. Lady Macbeth è in qualche modo apparentabile con le Streghe? È posseduta dal Demonio o solo assetata di potere? Come mai, dopo tanto adoperarsi per istigare il marito all’azione, senza motivo cede al terrore, impazzisce e addirittura si uccide? Macbeth in sostanza è configurabile - ieri come oggi - alla stregua di una sorta di thriller di rara efficacia e pregnanza.

Romana Rutelli, docente all’Università di Genova e al dams di Imperia, ha effettuato studi semiotici sulla narrativa, la poesia e il teatro inglesi; fra le sue pubblicazioni in volume, presso Liguori: Romeo e Giulietta: l’effabile, Il desiderio del diverso, Dialoghi con il testo, Quell’oscura innocenza della seduzione e Semiotica (e)semplificata. Per la Letteratura universale Marsilio ha curato e tradotto Romeo e Giulietta di Shakespeare. Ha inoltre scritto il romanzo Ritratto di signora capovolta (Ed. ExCogita), la commedia Deciderò in ascensore (in allestimento teatrale), e le poesie raccolte in Disordinato cantabile (Campanotto) e Il nuovo bestiario del vestiario (ets).

 

Autore

nasce a Stratford-upon-Avon nel 1564. Ben poche notizie abbiamo sulla sua vita, soprattutto per il periodo precedente il trasferimento a Londra; ma si può arguire che all'inizio degli anni '90 fosse già discretamente affermato come rifacitore o autore di copioni e come attore: risale infatti agli ultimi anni del secolo la messa in scena dei «drammi storici» (Enrico vi, Riccardo iii, Riccardo ii, Enrico iv, Enrico v, Re Giovanni), di molte commedie e di capolavori quali Romeo e Giulietta o Sogno di una notte di mezza estate. Con l'avvento di Giacomo i, nel 1603, la compagnia teatrale di Shakespeare si denominerà come quella dei «King's Men», producendo le tragedie maggiori (Amleto, Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra). Nell'ultima fase Shakespeare si dedica al dramma romanzesco, e con La tempesta (1611), in cui si adombra il congedo dalle scene, conclude la sua carriera, ritirandosi ormai ricco e famoso a Stratford, dove muore nell'aprile del 1616.