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La pupilla del mondo

introduzione di , a cura di
2° ed.
978-88-317-5876-5

Quando la civiltà della polis è tramontata e già si annuncia la crisi dell'impero romano, quando gli dei di Atene sono già stati abbandonati, ma non i suoi filosofi, e dovunque incombe il nuovo dio cristiano, un gruppo di sacerdoti - filosofi concepisce una dottrina per pochi iniziati, che fonda la salvezza sulla conoscenza di dio. Dal Corpus Hermeticum attribuito a Ermete Trismegisto - la divinità del sincretismo greco/egiziano in cui si fondono il dio greco Ermete e il dio egizio Thoth - uno dei frammenti più suggestivi e più significativi, per penetrare nella complessità di una filosofia religiosa tanto poco conosciuta quanto determinante nella storia della cultura occidentale, è la Pupilla del mondo. Una miriade di personaggi divini, dagli dei ellenistici agli astri divinizzati di Tolomeo, dalle personificazioni astratte alle divinità del pantheon platonico, fanno corona alla figura di un dio-creatore che è difficile, forse impossibile catalogare, un dio che dovrebbe essere il signore di tutte le cose. E la creazione delle anime, la loro successiva caduta e punizione, costituiscono la scena centrale, il nucleo drammatico di questo frammento, le cui contraddizioni sono portatrici di nuovi e vitali messaggi.

Autore

è una interpretazione greca del dio egiziano Toth; attraverso il suo nome si conferiva autorità e credibilità alle dottrine eclettiche compendiate nel Corpus Hermeticum. Compilato probabilmente tra i secoli I e III d.C., e suddiviso in 17 trattati o logoi, il Corpus è forse una diramazione di una serie di dottrine che si sono andate formando nell’Egitto tolemaico. Ma non è possibile sapere né come né quando, né chi ha composto e compilato questi testi.