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L'abate Angelo Dalmistro

L'abate Angelo Dalmistro

1° ed.
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Poeta, traduttore, editore e bibliofilo, esperto conoscitore dell’ambiente tipografico veneto, Angelo Dalmistro si rivela figura di sacerdote e letterato di fine Settecento le cui ambizioni d’autonomia economica furono destinate a fallire. Dovette abbandonare la vivacità di un centro culturale come Venezia per accettare la condizione stretta di parroco a Maser «su per le più scoscese colline, onde impartire la benedizione non solo agli animali e a’ loro casolari, ma alle pecore finanche ed a’ buoi!». In lui, cittadino della Repubblica Veneta che ne visse come un trauma il tracollo, coesistettero aspetti conservatori e altri decisamente più moderni, in sintonia con le istanze di rinnovamento dei tempi. Continuatore del purismo linguistico di Gasparo Gozzi, manifestò aperta ostilità alle mode d’oltralpe e nei confronti del Romanticismo emergente, ma non esitò ad aprire l’«Anno poetico» alla poesia del giovane Foscolo. Seppe pure offrire al pubblico importanti traduzioni in italiano di lirici e tragediografi stranieri. La sua attività di letterato viene qui esaminata nel contesto culturale veneto e nazionale del tempo, superando la tradizionale e limitata caratterizzazione di assiduo poeta d’occasione ed epigono del Gozzi per i sermoni.