fbpx

Miss Lonelyhearts

Miss Lonelyhearts

a cura di

pp. 232, 2° ed.
978-88-317-2791-4

Nella New York degli anni trenta, un giornalista, sotto lo pseudonimo «Miss Lonelyhearts», risponde alle disperate lettere inviate alla sua rubrica da innumerevoli cuori solitari e finisce con l’esserne oppresso al punto da scivolare in un esistenziale girone infernale verso una surreale ultima caduta.
La vicenda del protagonista si racconta attraverso vignette che si succedono l’una all’altra come in un fumetto: il discorso intessuto di immagini, e parole rifratte dai repertori pubblicitari o cinematografici a segnare la consapevolezza del prevaricante avvento della cultura di massa, con le sue promesse e i suoi irreversibili danni.
Un capolavoro ritrovato della letteratura sperimentale americana, un classico dello humour nero pubblicato nel 1933, il romanzo mostra i segni e le crepe prodotte dall’instabilità del confine tra vero e falso, tra reale e immaginario, quando il senso di quel che ci circonda, allora come oggi, pare complicarsi in mille modi sino a scomparire nella sua negazione, oltre la quale rimane solo l’angoscioso desiderio che percorre il romanzo di West di ritrovare nel mondo la pur minima prova della presenza di un Dio.

Autore

Figlio di ebrei russi emigrati negli Stati Uniti alla fine del diciannovesimo secolo, Nathanael West, ovvero Nathan Weinstein, nacque a New York il 17 ottobre 1903, e fu sin dalla giovinezza un lettore vorace e un audace imbroglione. Tra alterne fortune scrisse poesie, saggi e quattro romanzi, ammirati da W.H. Auden, Francis Scott Fitzgerald, Dorothy Parker e Matt Groening, il creatore dei Simpson - il nome Homer Simpson è preso in prestito dal romanzo di West Il giorno della locusta (1939). Trasferitosi in California, collaborò con Hollywood - tra le sue sceneggiature Il sospetto per Alfred Hitchcock - e il 22 dicembre 1940, di ritorno da una battuta di caccia in Messico, morì insieme alla giovane moglie all’età di 37 anni per non essersi fermato a un semaforo.