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Né Centauro né Chimera

Né Centauro né Chimera

Modesta proposta per un'Europa plurale

pp. 96, 1° ed.
978-88-317-2694-8

L’Europa è chiamata ad affrontare le sfide di una crisi economica che non accenna a finire e di una globalizzazione contrastata, mentre la vittoria di Donald Trump segna il ritorno della primazia assoluta delle sovranità nazionali e dà fiato agli argomenti di quanti contestano in radice gli assetti politico-istituzionali che aveva saputo sin qui costruire. Di allargamento in allargamento “l’unione sempre più stretta” ha assunto connotazioni diverse e spesso contraddittorie, tra quanti guardano a ipotesi federali e quanti invece a una integrazione limitata alla libera circolazione di beni e servizi. Non si tratta di modalità distinte di uno stesso processo, da governare in maniera flessibile grazie a velocità differenziate, bensì di ambiti e percorsi separati, indipendenti e paralleli tra loro. Per recuperare una capacità di iniziativa, l’Europa deve riconoscersi plurale, formalizzando l’esistenza di due Europe: una più politica, tendenzialmente sovranazionale, e una intergovernativa circoscritta al mercato. Entrambe libere di muoversi, evitando interferenze e sovrapposizioni. Questo richiederà un grande sforzo negoziale, ma non c’è alternativa se si vuole davvero contribuire a ridurre l’attuale disordine mondiale, restituendo a una Unione rinnovata la voglia e l’ambizione di contare.

Autori

, diplomatico italiano, portavoce di Altiero Spinelli alla cee e collaboratore di Aldo Moro alla Farnesina e a palazzo Chigi, è stato a Londra, Varsavia, Bruxelles, Addis Abeba, Vienna, Helsinki. Ambasciatore itinerante alla csce (Conferenza per la sicurezza e la cooperazione europea), ambasciatore in Algeria, in India, all’ocse a Parigi, capo della Missione italiana in Iraq (2003-2004), consigliere per le relazioni internazionali della città di Venezia. Opinionista per il «Corriere della Sera», scrive di questioni internazionali su vari giornali e riviste.

nel movimento studentesco che precede lo sconclusionato ’68, è stato presidente dell’UGI (Unione goliardica italiana) e dell’UNURI (Unione nazionale universitaria rappresentativa italiana). Ha lavorato come segretario generale dell’iai (Istituto affari internazionali) e dal 1969, per trent’anni, all’Unione Europea, prima come portavoce di Altiero Spinelli, poi come capo di Gabinetto di Carlo Ripa di Meana, infine come rappresentante in Italia della Commissione Delors. Attualmente è presidente dell’Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale.