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Novantatré

Novantatré

L'anno del Terrore di Mani Pulite
prefazione di

pp. 320, 2° ed.
978-88-317-2317-6

Il racconto degli eventi tra 1992 e 1993 alla luce del «non ancora accaduto» e della sua interpretazione successiva. Un libro che ci riporta alla tradizione della grande inchiesta giornalistica italiana.

Quando scoppia Mani pulite, Mattia Feltri è un giovane cronista. Curioso e appassionato, segue quelle vicende e ne scrive sulle pagine del quotidiano per cui lavora. Dieci anni dopo, nel 2003, è al «Foglio». Lì prende corpo un progetto: raccontare quei dodici mesi che hanno stravolto l’Italia, ma con una lente diversa, attraverso un gusto letterario e uno stile comunicativo in grado di sottolineare le atrocità di quei giorni, che con un’iperbole paragona al Terrore della Rivoluzione Francese. Quella che sembrava un’epoca di catarsi e rinascita si è rivelata, infatti, un periodo cupo, meschino, di furori e paure, di follia collettiva, in cui una cultura politica era stata spazzata via in modo dissennato. Per colpa della politica stessa e per mano di una magistratura che si sentiva a capo di un moto rivoluzionario. Il libro è frutto di quella lunga controinchiesta, durata un anno e, come un diario, restituisce intatta l’atmosfera di quei giorni con un resoconto puntuale e spietato: dai grandi ai piccoli eventi, dai grandi ai piccoli personaggi. Rivivono tutte le contraddizioni di una fase cruciale della nostra storia, con un vantaggio sulla contemporaneità: evidenziare ipocrisie e meschinità. «L’occhio – scrive Giuliano Ferrara nella Prefazione – ha vagato tra i documenti, le testimonianze, lo sviluppo al presente storico degli avvenimenti, tra ladri ambigui e guardie di una fissità paranoide, e il giovane che aveva creduto tutto senza vedere niente si è ritrovato a smascherare, nel suo magnifico futuro anteriore di italiano diffidente, questo marcescente idolo del vero giuridico, che era un sordido fatto politico».

Autore

(Bergamo, 1969) è il direttore dell’edizione italiana di «Huffington Post». Inizia la sua carriera nel 1988 con il giornale «Bergamo-oggi», dove viene assunto nel 1992. Dal 1996 è al «Foglio» di Giuliano Ferrara, di cui diventa inviato nel 1998. Dopo un breve passaggio a «Libero», nel 2005 approda alla «Stampa» dove, nel 2007, viene nominato capo della redazione romana e, dal 2017, è titolare della rubrica quotidiana Buongiorno. Ha vinto diversi premi, tra cui il Piovene (2006), Il Premiolino (2015), È giornalismo (2018). Con Marsilio ha pubblicato Il libro dei giorni migliori. Ritratto di un Paese ad altezza d’uomo (2020) e ha curato l’Almanacco HuffPost (2021).