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Storia dell'Umbria dall'Unità a oggi

Storia dell'Umbria dall'Unità a oggi

Uomini e risorse
a cura di

pp. 464, con 40 ill. b/n f.t., 1° ed.
978-88-317-2117-2

Nell’imminenza dei cinquanta anni di vita della Regione Umbria, è maturata all’interno dell’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea (Isuc) l’esigenza di riflettere, sulla scorta delle nuove fonti acquisite e del rinnovamento storiografico prodotto a partire dal tramonto delle ideologie novecentesche, sui temi fondamentali della storia regionale elaborando un progetto che ha l’ambizione di offrire occasioni di riflessione e linee interpretative in grado di orientare le politiche regionali di sviluppo economico, sociale e culturale. In questo volume oggetto della riflessione dei vari saggi è il complesso rapporto tra uomo e ambiente, mezzi e sviluppo, in una realtà territoriale dove, nel periodo considerato, l’equilibrio tra risorse e consumi continua a essere elemento determinante delle dinamiche sociali e relazionali e dove l’avvio di processi di modernizzazione provoca spesso pauperizzazione e mobilità. Dal libro emergono i caratteri salienti di una Regione che, almeno per tutta la prima metà del Novecento, nonostante la presenza di un vero e proprio centro industriale come Terni, resta una realtà che lega il suo meccanismo di sviluppo solo alla possibilità di sfruttamento delle risorse agricole. Tra Otto e Novecento, sotto la spinta di un ristretto nucleo di agrari illuminati e all'azione di istituzioni agrarie come i Comizi e le Cattedre ambulanti, l’agricoltura regionale conobbe un intenso processo di modernizzazione che tuttavia rimase privo di unità e in alcuni casi fu all’origine di un intenso fenomeno migratorio. Pare accertato tuttavia che gli accresciuti redditi in agricoltura furono in grado di sostenere un limitato sviluppo nel settore industriale: sorsero o si consolidarono numerose imprese nell'ambito dell'industria metallurgica, meccanica, estrattiva, tipografica. La rottura del tradizionale sistema economico e sociale si avrà essenzialmente solo a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, quando le nuove possibilità offerte dallo sviluppo economico italiano e anche da quello regionale si tradurranno in un’accelerazione che modificherà profondamento gli assetti politici e le dinamiche sociali.