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La scuola di ballo

La scuola di ballo

a cura di

pp. 216, 1° ed.
978-88-317-2093-9
Un maestro avaro e lascivo, scolari svogliati, donne mature a caccia di marito, intermediari senza scrupoli e un conte ingenuo sono i protagonisti de La scuola di ballo, commedia che Goldoni dedica al mondo della danza. Microcosmo angusto dominato dall'interesse e dalla necessità, nella scuola di Monsieur Rigadon, l'arte di Tersicore e la tematica amorosa soggiacciono alla logica del riscatto sociale ed economico, alla minaccia della fame e della vecchiaia incombente, secondo una strategia drammaturgica e letteraria, incentrata sulla contrapposizione fra un registro alto e uno basso, in grado di sortire un effetto grottesco. Parte di un progetto ambizioso, scritta in terza rima e intrisa di un lessico cruscante, la commedia si inserisce nell'elenco delle composizioni metateatrali di Goldoni che qui scopriamo attento conoscitore della scena coreutica settecentesca, ambito che proprio nel trentennio che corre tra il debutto sul palcoscenico e la pubblicazione dell'opera partecipa al vivace dibattito sulla ridefinizione dei generi. Riproporre al lettore La scuola di ballo è un'occasione per riscattare dal relativo oblio un testo spesso sottovalutato dal punto di vista degli studi goldoniani, che permette, inoltre, di arricchire il quadro già noto della storia della danza nel Settecento con le annotazioni di un testimone autorevole.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.