Le strade e le piazze costituiscono la sfera collettiva  del nostro vivere la città, piccola o capitale che sia.  Di queste strade, e soprattutto di queste piazze,  è urgente riesumare la nozione, sia per tentare  di porre rimedio alle «malefatte» del passato sia  per non riprodurle in avvenire. Tassello fondamentale di questo programma  è una precisa cognizione del significato delle piazze  nella dimensione simbolica della città. Se oggi  si tende a riconoscere una piazza soltanto nel suo  aspetto materiale - uno spazio racchiuso  da una cortina di case -, in realtà ogni singola piazza  progettata e costruita nel passato aveva un suo  significato, e proprio la familiarità con tale significato  le rendeva riconoscibili a tutti i cittadini. In questo saggio Marco Romano si propone  di evocare il senso originario delle varie piazze  comparse nel corso del tempo: la piazza principale,  quella del mercato, il prato della fiera, la piazza  conventuale, quella della chiesa, quella dello Stato,  la piazza monumentale, lo square, la piazza nazionale.  Un compito non facile, perché a quello iniziale  si sovrappongono nei secoli molti altri significati.  Pertanto il libro non segue il filo rigoroso di una  storia, ma diventa un dialogo incessante tra presente  e passato, tra testo e immagini, alle quali è affidato  il compito di evocare, come semplice traccia,  ciascuno di questi sensi stratificati.  Un viaggio compiuto - scrive l'autore - «nella  convinzione che quel consolidato cuore dello spazio  pubblico che è la piazza possa venire ancora oggi  rivisitata nella città antica e riproposta nella città  moderna. Soltanto conoscendo le intenzioni estetiche  che hanno indotto i cittadini delle civitas europee  a realizzare nel tempo la varietà delle loro piazze  potremo riannodare il filo interrotto della nostra  riconoscibilità di europei nel flusso di una continua  integrazione: chi verrà ad abitare da noi sarà  consapevole del loro significato, ma anche noi,  dispersi oggi nel mondo come per secoli i nostri  mercanti e i nostri eserciti, sapremo perché siamo  cittadini europei e in che cosa consiste il fondamento  del nostro esserlo».