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Pensare la libertà

Pensare la libertà

I quaderni di Antonio Giuriolo
a cura di

pp. 528, 1° ed.
978-88-317-1447-1
Scritti con ogni probabilità nell’arco di tempo compreso tra il 1936 e i primi anni quaranta, i testi qui pubblicati costituiscono una selezione ragionata dei materiali confluiti in 47 quaderni, contenenti alcune pagine di un diario personale, articoli, appunti, recensioni di libri, fogli sparsi. Essi custodiscono molti segreti della formazione culturale e politica di Antonio Giuriolo e ci svelano, a oltre settant’anni dalla sua morte, le tappe di questo percorso a lungo avvolto nel mistero. Il passaggio cruciale del suo percorso di autoformazione che nel giro di pochi anni lo vede passare dallo studio all’antifascismo culturale e poi alla Resistenza è il distacco dai mondi in cui era cresciuto e da tutto quello che aveva a che fare con la retorica del regime fascista. Giuriolo sceglie volutamente la condizione di esule in patria, una condizione che è prima di tutto una dimensione interiore, cercata e praticata come una sorta di secessione dell’anima. Una scelta che in quegli anni pochissimi mettono in pratica, decidendo di non abbandonare la propria patria ma dimettendosi da essa e dedicandosi totalmente alla costruzione politica di una patria altra, quella da edificare dopo la sconfitta del tiranno. La scrittura diventa, quindi, una forma di raccoglimento interiore che prepara il passaggio alla lotta politica. Ecco perché attraverso queste carte la misteriosa figura di Antonio Giuriolo acquista una precisa fisionomia intellettuale: egli non può più essere considerato una meteora comparsa dal nulla nel firmamento dell’antifascismo italiano, né la sola creatura della penna di Luigi Meneghello.