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La mia prigione

La mia prigione

Storia vera di un poliziotto a Palermo

pp. 272, 1° ed.
978-88-317-1413-6
È la vigilia di Natale del 1992 quando Bruno Contrada, dirigente del Sisde con alle spalle una lunga carriera in Polizia, viene arrestato a Palermo con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Al termine di una complessa vicenda giudiziaria sarà condannato a scontare dieci anni di reclusione. Da allora Contrada non ha mai smesso di proclamare la sua innocenza portando avanti una tenace battaglia. Nato dall'incontro con la giornalista Letizia Leviti, questo libro raccoglie il racconto dei fatti, i ricordi, le considerazioni, le previsioni di un uomo che nell'arco della vita ha conosciuto la mafia e i mafiosi, la politica e i politici, la magistratura e i magistrati. E ha conosciuto il carcere. Ripercorrendo decenni di storia d'Italia - dal suo arrivo a Palermo nel 1962 a oggi - Contrada affronta tutti i risvolti, anche i più oscuri, della sua storia: le accuse dei pentiti, i rapporti con Falcone e Borsellino, il suo presunto coinvolgimento nella strage di via d'Amelio, la trattativa stato-mafia. A completare il quadro, un documento inedito: un'informativa sulla situazione della mafia a Palermo e provincia che Contrada stilò nel 1982 all'indomani dell'omicidio La Torre, in cui per primo faceva riferimento all'esistenza della cosiddetta «zona grigia». Risultato di un profondo travaglio morale, il libro si compone di tante risposte, ma genera altrettante inquietanti domande.

Autori

(Napoli, 1931), laureato in giurisprudenza all'Università Federico ii di Napoli, presta servizio militare nell'esercito quale ufficiale dei bersaglieri. Nel 1958 entra in Polizia dove, fino al 1991, percorrerà tutti i gradi della carriera - da vice- commissario a dirigente generale - lavorando a Latina, Palermo, Roma. Nel 1962 arriva alla Squadra mobile di Palermo, che dirige dal 1973 al 1976. Dal 1976 al 1982 è a capo del centro Criminalpol della Sicilia occidentale e contemporaneamente, dopo l'omicidio di Boris Giuliano, dal luglio 1979 al gennaio del 1980, torna a dirigere ad interim la Squadra mobile di Palermo. Nel 1982 passa al Sisde con l'incarico di coordinarne i centri della Sicilia e della Sardegna. Dal 1982 al 1985 è capo di gabinetto dell'alto commissario per la lotta alla mafia e nel 1986 viene chiamato a Roma al reparto operativo della direzione del Sisde. Il 24 dicembre del 1992 viene arrestato con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La sua vicenda ha attraversato tutti i gradi di giudizio, con una sentenza di assoluzione in appello poi annullata e la definitiva conferma della condanna a dieci anni di reclusione. Dall'ottobre del 2008 si trova a Palermo, agli arresti domiciliari concessi per motivi di salute. Sposato dal 1959 con Adriana, professoressa di lettere, ha due figli: uno avvocato, l'altro poliziotto.
(Pontremoli, 1971), dopo aver lavorato in diversi giornali e uffici stampa, approda alla tv e, dal 2003, a Sky Tg24 dove è stata inviata di guerra, si è occupata di cronaca, ha condotto e curato programmi. Ha raccontato il primo rapimento di italiani in Iraq in Forse domani t'ammazzo (2004) e le storie di militari italiani impegnati in Libano e Afghanistan in Caraitali@ (2011).