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Senza politica

Senza politica

Cronache di quotidiana autodistruzione

pp. 168, 1° ed.
978-88-317-1209-5
La chiamano seconda Repubblica, e c’è chi parla già di terza. Ma è un bluff. La prima Repubblica in realtà non è mai morta, se non altro per un dettaglio strategico: al comando c’è sempre la stessa classe politica. Oggi come ieri, i leader sconfitti e i loro accoliti non si fanno da parte, al contrario di quanto accade in qualsiasi Paese democratico: chiudono il partito e ne fanno un altro. È una deriva che viene da lontano, nel passaggio tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, e che ha prodotto i tanti, troppi guasti che abbiamo sotto gli occhi: governi che cadono uno dietro l’altro quale che sia la loro maggioranza di partenza, fino a cedere il passo ai “professori”; clima da rissa continua in cui le grandi riforme vengono sistematicamente bloccate; corruzione dilagante; debito pubblico tra i più alti al mondo; crescita zero. Insomma, un Paese senza politica: situazione alla quale non sfugge neppure l’ormai ex Nordest dei miracoli.

Autore

classe 1946, giornalista professionista a Il Resto del Carlino, il Mattino di Padova e Il Gazzettino, di cui è stato inviato speciale e vice direttore. Attualmente collabora con i quotidiani nordestini del gruppo Espresso, occupandosi soprattutto di politica. È vice direttore del Centro studi Giorgio Lago dell’Università di Padova. Con Marsilio ha pubblicato Di Nordest non ce n’è uno (2007) e Dalla Liga alla Lega (2009).