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La donna di maneggio

La donna di maneggio

a cura di , introduzione di

pp. 216, 1° ed.
978-88-317-0956-9
Il tema della dignità della donna, oggi tornato alla ribalta della cronaca, costituisce un nodo centrale della Donna di maneggio. La protagonista si distingue infatti per una fortissima autonomia, manifestata anzitutto dalla conquista di uno spazio personale, all’interno del palazzo maritale: Donna Giulia ha le sue camere, il suo scrittoio, il suo segretario. Ma non ne approfitta per portarsi in casa il cicisbeo di turno; rivendica il proprio piacere, ma non è piacere sessuale, sibbene realizzazione di una sua capacità di comando. Ha messo in piedi una vera e propria industria epistolare, che è alternativa all’industria del divertimento e della dissipazione esistenziale cui è dedito solitamente il ceto aristocratico. Peraltro Donna Giulia, formalmente personaggio di aristocratica, è, di fatto, una borghese travestita da aristocratica. Benché affascinato dalla femme savante di importazione francese, Goldoni non rinuncia ai fondamenti morali della borghesia mercantile. Giulia è forse ricalcata sul personaggio storico della poetessa Madame Du Bocage, ma per Goldoni la donna di lettere (che scrive poemi) diventa, semplicemente, una donna che scrive lettere. Il suo esercizio di scrittura è come la scrittura mercantile, serve a registrare la partita doppia del dare e dell’avere.

Autore

Le numerose edizioni settecentesche che s’intersecano l’una con l’altra, la mancanza degli autografi e la vastità dell’impresa di fronte alle cento e più commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell’edizione critica delle opere di Carlo Goldoni. La cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all’ombra della grande, meritoria fatica di Giuseppe Ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. Alla base di questa edizione nazionale vi è stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall’autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. Da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l’evoluzione della singola opera fino al momento in cui l’autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. Consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell’interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna.