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Leopardi nel 1828

Leopardi nel 1828

Saggi sui "Canti"

pp.144, 1° ed.
978-88-317-0916-3
Leopardi nel 1828 esamina le novità linguistiche e metriche, che fanno dei Canti il primo moderno libro di poesia; con quelli così differenti di Pascoli, un punto di ripartenza anche per il nuovo millennio. Nascita e trasformazioni in liriche di età lontane - dalle elegie giovanili alle "sepolcrali", ossia dalle prime alle ultime illusioni d'amore - ne lasciano intravedere l'inedita logica interna, prefigurata dalla canzone libera: la "non forma" leopardiana per eccellenza crea identità ben singolari persino dentro ai dittici come La quiete e Il sabato (la prima incarnando la vitalità risorgente, il secondo il fervore dell'aspettativa). Il tutto sulla strada intrapresa nell'aprile del 1828 quando, uno dietro l'altro, vedono la luce Il risorgimento e A Silvia.

Autore

è professore associato all'Università di Verona dove insegna Storia della lingua italiana e Stilistica e metrica italiana. I due lavori più cospicui da lui dedicati in precedenza al Novecento poetico sono i volumi Cinque storie stilistiche. Saba, Penna, Bertolucci, Caproni, Sereni (Marietti 1987) e Prosa in versi. Da Pascoli a Giudici (Esedra 2001).