La gita delle ragazze morte

La gita delle ragazze morte

a cura di

pp. 128, 1° ed.
978-88-317-0703-9
Considerato uno dei più grandi racconti della letteratura tedesca, La gita delle ragazze morte (1943-44) unisce felicemente gli aspetti apparentemente inconciliabili dell'opera di Anna Seghers: impegno politico e dimensione mitica, fedele rappresentazione della realtà e trasfigurazione della parola poetica, coralità e autobiografia. Viaggio nel ricordo e ricordo di un viaggio, una gita scolastica a ridosso della prima guerra mondiale diventa l'affresco di un'epoca e attraverso i destini individuali raffigura il suicidio di un'intera società. Sguardo femminile, dolente confronto con l'ebraismo, tecniche della visualità s'intrecciano nella riflessione su appartenenza collettiva e responsabilità individuale in tempi oscuri, sui grandi temi della vita e della morte, come messaggio di speranza in un linguaggio di palpitante attualità.

Autore

Nata a Magonza nel 1900, Netty Reiling assume definitivamente nel 1928 lo pseudonimo di Anna Seghers con cui si afferma come protagonista della narrativa tedesca del Novecento. Ebrea, comunista, emigrata a Parigi e poi in Messico, con capolavori quali i romanzi La settima croce (1942), Visto di transito (1944) e racconti, da La rivolta dei pescatori di Santa Barbara (1928), a Crisanta (1951), Il vero azzurro (1967) e Incontri di viaggio (1973), ha rappresentato le tragedie della storia con commossa partecipazione. Valutata nel clima della guerra fredda come scrittrice politica, rifiutata nella Germania Occidentale in quanto esponente di spicco della Repubblica Democratica Tedesca, dove in realtà non si omologa alla sua politica culturale, la scrittrice attende di essere riscoperta e rivalutata in Italia, come già nella Germania riunificata, dove ormai è entrata indiscutibilmente a far parte dei classici della letteratura.