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La crociera della "Fantasia"

La crociera della "Fantasia"

Diari del viaggio in Gracia e Italia meridionale (1895)
a cura di

pp. 256, 1° ed.
978-88-317-0618-6
Sul viaggio in Grecia compiuto a bordo dello yacht «Fantasia» nell'estate del 1895 da Gabriele d'Annunzio, in compagnia di Georges Hérelle, Guido Boggiani, Edoardo Scarfoglio e Pasquale Masciantonio, esiste - come per la maggior parte delle questioni che riguardano la vita e l'opera dello scrittore - una copiosa bibliografia. Gli studiosi hanno visto in quell'evento le origini di un rinnovato interesse dannunziano per l'ellenismo che si sarebbe poi concretizzato nelle atmosfere classicheggianti della tragedia La città morta (1896) e del primo libro delle Laudi, Maia (o Laus Vitae, 1903). Stranamente, però, i testi prodotti nell'occasione del viaggio dai medesimi protagonisti sono rimasti a lungo inediti o, al limite, sono stati utilizzati in maniera frammentaria in pubblicazioni riassuntive dell'impresa. Questo volume riunisce, per la prima volta, i diari di quel viaggio e vi include anche gli inediti. Inoltre, con l'obiettivo di offrire i testi alla considerazione sia dello studioso che del lettore non specialistico, coniuga l'impianto rigorosamente filologico con modalità editoriali che ne agevolino la fruizione, a partire dalla traduzione in italiano dello scritto francese di Hérelle. Ottanta immagini - disegni autografi e fotografie d'epoca - ne impreziosiscono la veste grafica. Ne risulta un'opera gradevole alla lettura, che offre il racconto poliprospettico, filtrato dalle eterogenee sensibilità dei protagonisti, di un'esperienza di viaggio che è prima di tutto un'esperienza culturale in cui vita vissuta e letteratura s'intrecciano variamente, sullo sfondo di una Grecia che è paese dell'anima e, al contempo, con il suo emergente patrimonio storico-archeologico, cifra della più profonda dimensione europea.

Autori

 (Pescara, 1863 - Gardone Riviera, 1938) è stato protagonista indiscusso della vita culturale, mondana e politica della sua epoca. Venerato o esecrato per le sue gesta erotiche ed eroiche, con i suoi testi si impone quale scrittore di statura europea. Sperimentò tutti i generi: nella narrativa diede con il Piacere (1889) il testo fondativo dell’estetismo italiano e con il Fuoco (1900) un moderno esempio di romanzo-saggio; con le «prose di ricerca», inaugurate dal Notturno (1921), anticipò per molti versi il frammentismo vociano e l’elzevirismo rondesco. Nel teatro rilanciò la tragedia, oscurata dal dramma borghese, e se produsse testi più adatti alla lettura che alla scena, creò un capolavoro con La figlia di Iorio (1904). Vocato alla poesia, passò dal classicismo carducciano del Canto novo (1882) al preraffaellismo e al simbolismo dell’Intermezzo (1884) e dell’Isottèo (1896), dal crepuscolarismo del Poema paradisiaco (1893) al gioioso panismo delle Laudi (Maia, Elettra, Alcyone, 1903), prima di farsi retorico vate della campagna di Libia e della Grande guerra.
a volte scritto d'Annunzio,come usava firmarsi (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938) è stato uno scrittore, poeta, militare e politico italiano, simbolo del Decadentismo ed eroe di guerra. Soprannominato il Vate cioè "il profeta", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. Sia in letteratura che in politica lasciò il segno ed ebbe un influsso sugli eventi che gli sarebbero succeduti.