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Teatro

Teatro

a cura di

pp. XC-606, 1° ed.
978-88-317-0607-0
Con questo quarto volume delle Opere complete di Romano Pascutto, dedicato al teatro, si completa idealmente il panorama dell'opera del grande poeta sanstinese. Se, come ricorda Antonio Daniele, «nella poesia di Pascutto convivono due istanze prioritarie, che contrassegnano la sua vita e il suo fare poetico: la passione umana e la moralità interiore», nella produzione teatrale si fa alto il desiderio di entrare nel merito delle vicende storiche e politiche che hanno contraddistinto la storia italiana - e quella veneta in particolare - in un arco di tempo che va dal Risorgimento al secondo dopoguerra. La sua figura di poeta - soprattutto - si impone come una delle più significative della cultura italiana del '900. Di lui, Andrea Zanzotto diceva tra l'altro: «Non c'è dubbio che a Romano Pascutto va riconosciuto un vero e proprio magistero nel campo della poesia dialettale di questo dopoguerra [...] se è vero che ogni poeta dialettale è colui che salva l'anima più profonda, il segreto senso dell'identità di un gruppo sociale vivente in una certa zona d'Italia, Romano Pascutto, che ha dimostrato di saper mobilitare tutte le risorse della lingua della sua terra, quella di S. Stino e della bassa Livenza, e darne un vastissimo affresco costituito di piccoli, densi quadri, ha assolto pienamente a questo compito». Così nel teatro, nella visibile traccia di un percorso che lascia dietro di sé immagini stupefacenti dell'umana condizione dei protagonisti - uomini e donne - di tante generazioni di disperazione, fatica e morte. Nelle opere teatrali comprese in questo volume, che esce a ridosso delle celebrazioni per il primo centenario della nascita di Romano Pascutto, lo scrittore assembla la gente del popolo alla nobiltà campagnola che governa i destini e la vita stessa dei derelitti che ne abitano le terre. Ogni volta, entrando nel vivo delle storie attraverso indagini speculari alla società del tempo nel quale si inquadrano le sue commedie. Così come nei suoi testi letterari, nei quali, come ancora ricorda Zanzotto, «vi è l'incoercibile fiorire della lingua nella sua "individualità", che è insieme verbo e terra». Il curatore del volume - Lorenzo Mucci - propone qui un florilegio di quindici commedie estrapolate dall'archivio storico dell'autore, che ne raccoglie una quarantina, depositate presso il Comune di S. Stino di Livenza. Riteniamo così di aver doverosamente contribuito alla salvaguardia e alla pubblicizzazione di un fondamentale capitolo della cultura della nostra terra.

Autore

(S. Stino di Livenza 1909 - Treviso 1982), poeta in lingua e in dialetto, ci ha lasciato una serie di liriche e di poemetti che costituisce forse la parte più produttiva della sua produzione.