Duo

Duo


pp. 256, 1° ed.
9788829792849
Qual è il male peggiore? Un tradimento per amicizia o per sensualità? Questo l’interrogativo posto da Michel, impresario teatrale protagonista di Duo, al quale un riflesso di luce viola ha svelato l’adulterio commesso dalla moglie Alice, «fiera dei suoi trentasette anni giovanissimi e indolenti». Michel, che è uno di quegli uomini superficiali capaci di profonde passioni segrete, non sa darsi pace e rifiuta, assieme alle ragioni della moglie, la possibilità di tornare a essere felice. Pubblicato nel 1934 da una Colette sessantunenne, che per critica e pubblico è ormai «la grande Colette», Duo è un testo ambiguo fin dal titolo, che rinvia non tanto a una fusione di voci, quanto a un’irrimediabile stonatura, insita non solo nelle relazioni tra i due personaggi, ma anche all’interno di ognuno di essi. Il finale, inatteso e stridente, si chiude sul suicidio di Michel, e suggella così l’impossibile armonia della vita.

Autore

(1873-1954) è autrice di romanzi e racconti che figurano tra i capolavori del Novecento non soltanto francese, ma universale. Una scrittura d'inconfondibile bellezza, che non è il risultato di formazioni accademiche, ma di un amore, una scienza della vita che la porteranno a vivere le esperienze più straordinarie, da ghost writer per il primo marito Willy a diva del music hall più famosa di Mistinguett, da frequentatrice dei salotti più alla moda di Parigi a oggetto di scandalo per i suoi amori anticonformisti e i suoi libri ritenuti offensivi della morale cattolica, fino a diventare il monumento di se stessa: «la grande Colette» che riceverà l'onore dei funerali di stato, ma non di quelli religiosi. Sperimentatrice nata, Colette è decisamente favorevole ai secondi mestieri dello scrittore, come li definisce lei stessa: è critico teatrale, inviato di giornale, soggettista e dialoghista per il cinema, perfino, a un certo punto, direttrice di un lussuoso salone di bellezza finanziato dal pascià di Marrakech. Tutta questa vita allo stato puro si trasfonde in una narrativa che costituisce una vera summa amorosa della donna, tanto che agli albori del nostro secolo la studiosa Julia Kristeva le dedica il terzo volume del suo trittico dedicato al genio femminile del Novecento (le altre due figure sono la filosofa Hannah Arendt e la psicanalista Melanie Klein). Nell'imponente produzione letteraria di Colette, che spazia dal romanzo al racconto, dal testo teatrale alla prosa lirica, a innumerevoli articoli in buona parte non ancora catalogati, è difficile privilegiare un testo rispetto a un altro, talmente tutti presentano una raffinata omogeneità e talmente ognuno possiede l'autosufficienza della perfezione.