E io ti querelo

E io ti querelo

Segreti, bugie e minacce alla libertà di espressione in Italia

pp. 368, 1° ed.
9788829791552
«Buongiorno avvocato, sono Oriana Fallaci. Sono stata querelata per diffamazione e dal “Corriere” mi hanno detto di rivolgermi a lei». È l’esordio di una giornata tra le tante nella vita che Caterina Malavenda conduce da quando, nella Milano degli anni ottanta, dove si è trasferita dal Sud, ha cominciato la sua attività. Allora non immaginava che avrebbe incontrato sul suo cammino maestri dell’inchiesta come Fabrizio Gatti, volti che hanno fatto la storia della tv come Michele Santoro, che avrebbe assistito direttori come Ferruccio de Bortoli e personaggi come Oliviero Toscani, o «incrociato i codici» con gli avvocati di Silvio Berlusconi. Né che sarebbe arrivata a difendere in tribunale alcune tra le principali testate giornalistiche. Tra esaltanti vittorie e cocenti delusioni, racconta dieci casi fra i più significativi che ha affrontato, per dare conto di come si può tentare di bloccare inchieste scomode e intimidire chi con il suo lavoro risulta fastidioso. Il processo per diffamazione è infatti «una trappola da cui per un giornalista è difficile uscire indenne, anche se ha svolto un lavoro egregio e ha raccontato la verità». Ogni udienza ha il suo corso, ogni teste le sue asperità, ogni documento almeno una doppia lettura e ogni protagonista la sua strada: chi si è affidato a un taccuino e chi si è infiltrato in un centro per stranieri; chi ha parlato da maestro dell’eloquio e chi ha saputo ribaltare una situazione impossibile; chi ha creduto di poter cambiare il mondo e chi sarà ricordato per uno scoop. Sullo sfondo, uno spaccato di cronaca – giudiziaria e non – del nostro paese, un’impietosa analisi sullo stato di salute della nostra democrazia, su cui queste vicende dicono molto. Non a caso l’autrice ha scelto oggi di «condividerle con chiunque pensi che, è vero, hanno tanti difetti, ma come faremmo senza giornalisti?»