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Carlo Kechler e il Friuli

Carlo Kechler e il Friuli

Tra Risorgimento, Stato unitario e Italia liberale

pp. 144, 1° ed.
9788829718016
Carlo Kechler (1823-1901) nasce a Trieste e si trasferisce da giovane in Friuli, entrando a lavorare nel saponificio della famiglia Chiozza. Viene notato dall’industriale Pietro Antivari, che lo porta con sé a Udine e lo impiega nella sua azienda tessile. Inizia così una carriera straordinaria. Diviene in breve tempo il procuratore e braccio destro di Antivari sino a rilevarne la filanda di Venzone; crea poi altri due opifici per la trattura della seta a San Martino di Codroipo e a Palmanova, e costruisce un filatoio a Ospedaletto: il suo conglomerato industriale diventa ben presto il più importante della provincia, con seta quotata sul mercato di Lione - unica seta friulana a ottenere questo risultato. Presidente della Banca di Udine, della Camera di Commercio e Arti e del Cotonificio udinese, attraverso le sue iniziative in campo economico, politico e finanziario è possibile seguire la nascita e lo sviluppo del Friuli contemporaneo, cui Kechler ha conferito l’impronta e la fisionomia che ancora oggi lo connotano.

Autore

 è specialista di storia e cultura italiana del XIX secolo. Ha curato importanti mostre sulla civiltà figurativa toscana, ultima delle quali La Firenze di Giovanni e Telemaco Signorini, allestita nelle sale di Palazzo Antinori. Per la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze ha curato l’edizione anastatica dello Zibaldone di Telemaco Signorini. Ha pubblicato i libri Scrittura e Immagine. Le forme del libro (Pacini 2012); Le campagne elettorali di Ippolito Niccolini (Polistampa 2017); Venti Donne in Toscana (Polistampa 2018); Il Circolo dell’Unione di Firenze, centro della sociabilità d’élite dalla sua fondazione alla Belle Époque (Polistampa 2018): Pio VII a Firenze e in Toscana (Ponte Vecchio 2019); I Pandolfini e il Palazzo. L’impronta di Raffaello architetto (Centro Di 2020). Con Carlo Sisi ha curato l’Epistolario 1814 per l’edizione nazionale delle opere di Antonio Canova.