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Il Romanzo di Babele

Il Romanzo di Babele

La svolta multilingue della letteratura

pp. 160,, 1° ed.
978-88-297-1714-9
Perché i romanzi “parlano” più lingue, invece che un’unica lingua? Che sfide impone il multilinguismo letterario alla traduzione e all’idea di una letteratura nazionale? Lo straniamento linguistico, sebbene a volte censurato o dimenticato, ha sempre fatto parte della storia letteraria, e oggi più che mai in una dimensione di cosiddetta “World Literature”. Molti scrittori dall’antichità fino al Novecento si sono non solo auto-tradotti, ma hanno reinventato, alternato e mescolato le proprie lingue madri, spinti dall’esilio, dalla discriminazione, dalle guerre, o anche solo dal viaggio intellettuale, attraversando i continenti, con esempi come quelli di Joyce o Nabokov, i quali hanno raggiunto, con la loro lingua inquieta, inaspettate latitudini globali. Questo saggio vuole offrire, grazie all’uso di metodologie aggiornate e comparando alcuni casi rilevanti tra le Americhe e l’Europa, una teoria di questi romanzi particolari e universali assieme, diabolicamente intraducibili e utopisticamente babelici. Una teoria per comprendere le zone di contatto e di traduzione delle culture contemporanee, le quali hanno smesso da tempo di parlare una sola lingua e di sventolare una sola bandiera, nelle megalopoli così come nelle frontiere.

Autore

, autore e saggista. Dottore di ricerca dell’Università di Bologna, assegnista presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha scritto di teoria del postmoderno e teoria della lettura, quindi di Italo Calvino (Calvino americano, Le Lettere) come ricercatore in Letteratura italiana della Universidad Nacional Autónoma de México, occupandosi anche, con articoli e libri, di scrittura di viaggio e di autori quali Volponi, Levi, Wallace, Bolaño, Coccioli. È direttore della rivista letteraria bilingue italiana «The Florence Review». I suoi ultimi romanzi e racconti sono usciti per Bompiani e Giulio Perrone Editore.