fbpx

Odessa

Odessa


pp. 160, 1° ed.
9788829716524
“Odessa non è soltanto la carrozzina, abbandonata dalla madre morta, che scende lentamente lungo i gradini della maestosa scalinata del film di Ejzenštejn. È la bella città ucraina dove nacque, nel ghetto ebraico della Moldavanka, Isaac Babel’. E l’infanzia nella Moldavanka gli ispirò i magnifici Racconti di Odessa: banditi (soprattutto Benja Krik, ‘il Re’), mercanti, prostitute, contrabbandieri, miseria. Tutto rievocato con un linguaggio irripetibile, dove epos e ironia si coniugano magistralmente”  Serena Vitale

 Il volume riunisce tutti i tredici racconti che Babel’ ha ambientato, in epoche diverse della sua vita artistica, nella sua città natale, secondo un criterio che lo stesso scrittore aveva stabilito. Odessa gli è sempre rimasta vicina, inondata di luce nei primi racconti dove l’immaginario diviene specchio della storia e insieme cronaca visionaria, tradita dai venti della rivoluzione in quelli inquietanti e premonitori dedicati alla Odessa postrivoluzionaria, percorsa da una struggente nostalgia del passato in quelli autobiografici dove il tempo si allontana oltre il ricordo nei ritratti di persone che evocano figure antiche. Ironico e irriverente sembra Babel’ mentre fruga nelle case, nei cimiteri, nei bordelli e nelle sinagoghe. Ma dietro il grottesco che smaschera impietosamente la quotidianità, dietro la distaccata ironia che disegna tragiche caricature, dietro lo specchio della comicità che riflette lo scempio di una cultura millenaria, c’è l’orgogliosa rivendicazione della solitudine di un grande scrittore e di un intellettuale ebreo, «con gli occhiali sul naso e l’autunno nell’anima».

Autore

nasce a Odessa il 13 luglio del 1894 in una famiglia di commercianti ebrei. Esordisce come scrittore nel 1913 con il racconto Il vecchio Slojme, ma è nel 1916 che la critica si occupa per la prima volta di lui in seguito alla pubblicazione di due suoi racconti sulla rivista "Annali", diretta da Massimo Gor’kij. Nel 1918, nei giorni infuocati e sanguinosi della rivoluzione, Babel’ pubblica a Pietrogrado, sul giornale"La nuova vita" di Gor’kij, diciassette elzeviri, risultato del primo e diretto contatto dello scrittore con la violenza rivoluzionaria. Nel 1920, aggregato alla sesta divisione dell’armata di cavalleria cosacca di Semen Budennyj, Babel’ prende parte, come corrispondente dell’agenzia di stampa Jug-Rosta, alla sanguinosa guerra russo-polacca. Da questa esaltante e tragica esperienza nascerà, nel 1926, il suo capolavoro, L’armata a cavallo. Contemporanei alle "miniature" dell’Armata a cavallo sono i quattro racconti che costituiscono il ciclo classico dei Racconti di Odessa. E sarà il "tema di Odessa" che accompagnerà Babel’ per l’intera sua vita. Alla città natale lo scrittore dedicherà infatti il nucleo più ricco e significativo dei suoi racconti. Il 15 maggio del 1939 Babel’ viene arrestato con l’accusa di trockismo e di spionaggio e i suoi manoscritti confiscati. Dopo quasi un anno di indagini istruttorie viene celebrato il processo che si conclude con la condanna a morte dello scrittore. Babel’ muore fucilato il 27 gennaio del 1940. Sulla sua morte non esistono testimonianze né si conosce il luogo dove è stato sepolto. I suoi manoscritti sono andati perduti.