«Siamo tutti greci. Le nostre leggi, la nostra letteratura, la nostra religione, le nostre arti hanno le loro radici in Grecia», sosteneva Percy Shelley a inizio Ottocento. Ma è proprio così? Se è vero che grazie ai greci ancora oggi chiamiamo «mistero» ciò che non si può dire e «ateo» chi vive non credendo in Dio, come e perché alcune parole hanno fatto la storia, mentre altre sono cadute nell’oblio? Viceversa, in che modo la storia ha influito sulle espressioni che da secoli usiamo per descrivere noi stessi e il mondo? Con stile brillante e tono colloquiale Giorgio Ieranò ci guida alla scoperta di quella che non è affatto un’eredità racchiusa in uno scrigno prezioso di cui noi siamo i fedeli e pacifici custodi, ma un vero e proprio percorso labirintico. Un’indagine che investe il lessico dell’anima (da «psiche» a «eros»), del sacro (da «Cristo» a «teologia»), della cultura (da «filologia» a «scuola») e della politica (da «democrazia» a «economia »), fino a un termine tornato drammaticamente in auge in tempi recenti, «epidemia». Un nuovo vocabolario per una lingua antica, un viaggio avventuroso alla scoperta degli aspetti enigmatici del greco.