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Kamasutra

Kamasutra

a cura di

pp. 268, 1° ed.
978-88-297-0561-0
Fra i capolavori dell’India antica, certo nessuno è famoso in Occidente come il Kāmasūtra, l’affascinante «Trattato sull’Amore» composto da Mallanāga Vātsyāyana verso il iii secolo d.C. Più di molte altre, tuttavia, quest’opera è stata oggetto di fraintendimenti e di interpretazioni riduttive, che hanno finito per diffondere intorno al suo nome un’aura di lascivia, quando non addirittura di pornografia. Complice, la prolungata inaccessibilità o trascuratezza delle traduzioni: basti pensare che tutte le edizioni italiane del Kāmasūtra apparse prima di questa si limitavano a rendere l’assai disinvolta prima versione inglese, pubblicata nel 1883. Nel tradurre quindi il Kāmasūtra in italiano, finalmente, dall’originale sanscrito, si è voluto rendere giustizia a questo testo glorioso che, al di là delle facili banalizzazioni, appare ancora carico di suggestioni immense. Suo presupposto, comune nella cultura indiana classica, è che l’amore erotico sia un’esigenza approvata, il cui appagamento perfetto conduce anzi al benessere dell’intera società; è perciò essenziale conoscerne le leggi. Tale, dunque, l’intento di Vātsyāyana, educare l’uomo e la donna alla sensualità, e, per conseguenza naturale, a costruirsi la fortuna in amore. Scorre così dinanzi ai nostri occhi un largo affresco di personaggi e di situazioni - la giovane e le sue nozze, l’amante elegantissimo, le intriganti signore dell’harem, la mercenaria senza scrupoli, il corteggiamento, gli abbracci, i tradimenti, e così via; in pagine che, sebbene con il profumo esotico di una civiltà lontana, ancora sanno insegnarci che la felicità in amore viene solo da una scienza profonda.

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