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Carabattole

Carabattole

Il racconto delle cose nella letteratura italiana

pp. 240, 2° ed.
978-88-297-0210-7

Questo libro è un bazar di cose, di carabattole, di piccoli reperti e figure deposte in alcuni testi della letteratura italiana. Come gli spilli delle sarte giapponesi che hanno in cima un campanellino così che non si possono dimenticare nell’abito terminato (Barthes), egualmente alcuni oggetti “scampanellano” (con discrezione) durante la lettura di romanzi e poesie per farsi notare, e così accade che non si scordano più, mentre li vediamo dosare l’atmosfera di un racconto, vigilare sull’incrocio di una storia, e addirittura talvolta travestirsi da emozionanti personaggi. L’affaccendare compilativo di alcuni oggetti può avere un riflesso conoscitivo sulle opere che li contengono? È l’intento del libro che, con cautela in felice confusione, raccoglie, in debita cronologia, testi, da Boccaccio ad Agamben, che hanno avuto da fare nel tempo con il racconto delle cose.

Autore

 è docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Salerno. Ha lavorato su Carlo Goldoni e Guido Gozzano con monografie ed edizioni critiche. Ha pubblicato testi di comparatisti (Graf, Zumbini, Linguiti) e saggi su autori contemporanei (Calvino, Campanile, Celati, D’Annunzio, Montale, Moravia, Gatto, Sanguineti). Inoltre si occupa del rapporto tra figure e testo, tra narrazione e fotografia (Il racconto delle immagini. La fotografia nella modernità letteraria italiana, 2009; Arcipelaghi. Calvino e altri. Personaggi, oggetti, libri, immagini, 2013). Da tempo insegue (per catturarlo) un personaggio sfuggente che abita alcuni testi della letteratura: lo strambo.