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Caro Mao perché sei morto

Caro Mao perché sei morto


pp. 240, 1° ed.
978-88-317-9796-2

Avrebbe anche potuto intitolare questo libro “Io l’avevo detto”: perché è assolutamente vero che la satira è, in qualche misura, profetica. È come i sismografi, registra vibrazioni che preannunciano un movimento, uno sviluppo, un pericolo. Sfogliando questo libro, l’attenzione deve appuntarsi sulla data, sull’anno in cui ogni vignetta è stata fatta. Una per tutte:  nel 1993, in piena frenesia di Mani Pulite, c’è un Robespierre che dice semplicemente: «Gli italiani non hanno capito la differenza tra una Rivoluzione e una retata». Che fosse proprio così, oggi lo possiamo vedere più chiaramente.

Autore

1941. Cronista di nera e sceneggiatore cinematografico, scrittore e disegnatore umoristico (e satirico), Bucchi è praticamente rimbalzato in tutti i territori della comunicazione, inclusi la pubblicità e lo sport. Da qualche decennio la sua firma appare nella pagina dei commenti del quotidiano «la Repubblica», sotto forma di vignetta. Ha pubblicato libri con Mondadori, Bompiani, Minimum Fax. Ha vinto due premi Forte dei Marmi (per il giornalismo e per la grafica), un Premiolino, un premio Cavallo, un premio Tolentino alla carriera. Ha collaborato con vari giornali e riviste, ha fatto mostre al premio Suzzara, a Forte dei Marmi, a Palazzo San Giorgio di Genova e al Festival della Satira di Salerno. Ogni tanto vive a Roma.