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La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone

La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone

Racconti dal medioevo giapponese
a cura di

pp. 232, 5° ed.
978-88-317-7792-6

Demoni che amano il sakè e guerrieri pronti a rischiare la vita per sconfiggerli; nobili principi che si innamorano di fanciulle non nobili; monaci e monache che possiedono ben poco oltre al saio e alla ciotola; furbi campagnoli in grado di conquistare dame di rango elevato e altri meno acuti che scambiano uno specchio per un demone. Una donna che in preda alla gelosia si trasforma in enorme rettile e corre all’inseguimento del giovane monaco che ha rifiutato le sue proposte amorose. E ancora, il giovane guerriero Yoshitsune visita località fantastiche come l’isola degli uomini cavallo, l’isola dei nudi, delle donne e dei bodhisattva. Questi racconti offrono esempi di gesta eroiche, ideali romantici e sogni di elevazione sociale a testimonianza del grande dinamismo di un paese in trasformazione, dove l’ordine che per secoli aveva stabilito l’identità del dominante e del dominato viene finalmente messo in discussione.
 
Gli otogizōshi sono racconti del tardo medioevo giapponese che rielaborano, con umorismo e originalità, temi e motivi appartenenti alle tradizioni orali e letterarie delle epoche precedenti, come i monogatari di corte di epoca Heian e le narrative guerresche di epoca Kamakura. Ne sono giunti fino a noi circa quattrocento, che si presentano sotto forma sia di rotoli illustrati sia di libretti copiati a mano o stampati. Gli otogizōshi vantano molteplici origini: alcuni sono stati creati e diffusi oralmente da cantastorie girovaghi, altri scritti da autori di vario genere - nobili, monaci, guerrieri - e non conobbero mai una forma orale. La vivacità e inventiva delle storie, le descrizioni dalla fantasia quasi rabelaisiana di luoghi, personaggi e situazioni fanno degli otogizōshi una delle eredità culturali più significative del Giappone medievale.