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Tra veli e turbanti

2° ed.
978-88-317-7396-6

"La donna orientale è una macchina e niente più: non trova nessuna differenza tra un uomo e un altro uomo. Fumare, andare al bagno, dipingersi le palpebre e bere caffè, è questo il cerchio di preoccupazione ove gira la sua vita. Ho visto danzatrici il cui corpo si dondolava con la regolarità e il moto insensibile di una palma. Quegli occhi così profondi, che hanno tinte dense come il mare non esprimono altro che calma, calma e vuoto, come il deserto". Dietro a questo poco lusinghiero ritratto senza sfumature della "donna musulmana" scritto da Gustave Flaubert sembrano aleggiare le parole di Allah: " Le donne agiscano con i mariti come i mariti agiscono con loro, con gentilezza; tuttavia gli uomini sono un gradino più in alto". Ma altri passi del Corano - più trscurati dagli Occidentali - dicono invece: "Gli uomini avranno la sorte che si saran meritata con le loro azioni e le donne avranno la sorte che si saran meritata con le loro azioni…". Non meraviglia dunque che nel corso dei secoli le società islamiche abbiano discusso, interpretato, attenuato, adattato, addirittura ignorato i complessi dettati coranici. Si giustificano allora domande come: che cosa afferma davvero il Corano a proposito delle relazioni tra uomini e donne? Quanti e quali poteri hanno avuto e hanno le donne nei mondi musulmani? Qual è il ruolo dei santi e delle sante nell'Islam, religione priva di clero? Quanti tipi di unioni sessuali sono ammessi dalla sharica, la Legge divina? O, ancora, chi secodno l'islam mangia la prima mela: Adamo o Eva? E pefino: qual era l'atteggiamento dell'Islam classico verso l'omosessualità? A simili quesiti, e ad altri ancora, risponde questo libro che affronta con autorevolezza scientifica il tema dei rapporti tra i generi nella civiltà musulmana dalle origini coraniche ai giorni nostri, introducendo il lettore alla comprensione della vita sociale e dei comportamenti di coloro che credono nella Parola del Dio unico (Allah), un Messaggio seguito oggi da oltre un miliardo di individui. Un'inedita e per molti versi sorprendente chiave per entrare, con consapevolezza, nei "mondi dell'Islam".

Giorgio Vercellin insegna Storia e Istituzioni del Vicino e Medio Oriente nell'Università Ca' Foscari di Venezia. Tra i suoi saggi ricordiamo Crime de silence et crime de tapage. Panorama des lectures sur l'Afghanistan contemporain (Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1985); Iran e Afghanistan (Roma, Editori Riuniti, 1989); Il Canone di Avicenna fra Europa e Oriente nel primo Cinquecento. L'interpratio Arabicorum nominum di Andrea Alpago (Torino, UTET, 1991); Jihad. L'islam e la guerra (Firenze, Giunti, 2001). Attualmente star preparando per la Hurst & Co. Di Londra la versione inglese del suo volume Istituzioni del mondo musulmano (Torino, Einaudi, 2002). Per Marsilio ha curato l'edizione italiana di Gerhard Endress, Introduzione alla storia del mondo musulmano (Venezia, 2001).

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insegna Storia e Istituzioni del Vicino e Medio Oriente nell'Università Ca' Foscari di Venezia. Tra i suoi saggi ricordiamo Crime de silence et crime de tapage. Panorama des lectures sur l'Afghanistan contemporain (Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1985); Iran e Afghanistan (Roma, Editori Riuniti, 1989); Il Canone di Avicenna fra Europa e Oriente nel primo Cinquecento. L'interpratio Arabicorum nominum di Andrea Alpago (Torino, UTET, 1991); Jihad. L'islam e la guerra (Firenze, Giunti, 2001). Attualmente star preparando per la Hurst & Co. Di Londra la versione inglese del suo volume Istituzioni del mondo musulmano (Torino, Einaudi, 2002). Per Marsilio ha curato l'edizione italiana di Gerhard Endress, Introduzione alla storia del mondo musulmano (Venezia, 2001).