Persecuzione, eroismo, viltà: stati danimo estremi nel Ghetto di Varsavia.
"Adolf Rudnicki rimane, in un ideale archivio del Novecento letterario, quale supremo cronista dellorrore, quale costruttore di unimpervia, lacerante testimonianza. [...] Il più bel libro sullo sterminio degli ebrei nel ghetto di Varsavia e sullideologia nazista è un libro sul terrore. Dove il terrore è evocato non soltanto in termini contenutistici, narrativi, aneddotici, bensì e soprattutto in termini formali. Ogni racconto è mantenuto sul filo del rasoio fra caos e labirinto, tanto che si insinua il sospetto che il caos abbia una sua logica." cesare garboli
Un libro toccante e terribile che narra lorrore come nel film Il Pianista di Polanski
Adolf Rudnicki, nato nel 1912, pubblicò giovanissimo il suo primo romanzo Topi (1932). Durante la seconda guerra mondiale, fatto prigioniero dai tedeschi, riuscì a evadere e a rientrare a Varsavia dove visse e lavorò nascosto in un sotterraneo del ghetto.