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L'incantesimo della buffa

L'incantesimo della buffa


pp. 208, 1° ed.
978-88-317-0924-8
Nel paesino di Roccazzelle, periferia siciliana dell'impero, anche gli echi della guerra, la seconda mondiale, arrivano quasi appannati, affidati ai volantini lanciati sulla campagna dagli aerei alleati e ai manifesti del Partito Fascista. Sullo sfondo di una comunità abituata al poco e che sa vivere anche del niente, che guerra o meno continua nelle sue abitudini, nei suoi riti, e nelle sue credenze (come quella dell'incantesimo della buffa, la femmina del rospo, che se la si fissa negli occhi poi non si cresce più), si muovono personaggi ai margini e notabili del luogo - dal poetico Agostino, venuto dal mare e in fuga dal proprio passato al pavido podestà Agnello che infligge alle sue mani lavaggi d'ammoniaca pura - sempre in sbilenco equilibrio tra il dramma e il grottesco. Ma soprattutto il tredicenne Gesù, figlio di quella terra bruciata dal sole, e la coetanea Tea, di origine austriaca e cieca per una malformazione agli occhi, vivono a Roccazzelle un idillio adolescenziale fatto di salsedine e scogliere, di esclusività e dolcezza, nel tentativo di dimenticare il loro essere rimasti orfani di madre, mentre l'ombra della guerra si fa improvvisamente più minacciosa fino alla tragedia dei bombardamenti e al conseguente sbarco alleato anglo-americano. Silvana Grasso dipinge un nuovo ritratto espressionista della Sicilia alla metà del secolo scorso con il tocco irriverente della sintassi e il solfeggio linguistico tipici della sua scrittura, che riescono ancora una volta a miscelare il registro alto - ma sempre rutilante - con il colore e il calore di una lingua parlata e mitica, per una storia in cui anche gli stessi personaggi sembrano cercare una forma ideale per raccontare quello che li circonda o un'ideale evasione psichiatrico-mitologica per non raccontare, per non raccontarsi.

Autore

è nata a Macchia di Giarre, in Sicilia. È filologo classico, ha tradotto dal greco Archestrato di Gela, Matrone di Pitane, Galeno, Eronda. Scrive racconti, romanzi, pièce teatrali rappresentate in Italia, Francia, Spagna, Belgio, e collabora con diverse testate. Le sue opere sono state premiate con importanti riconoscimenti, tra cui: il Premio Mondello, il Premio Brancati, il Premio Vittorini, il Premio Flaiano Narrativa, il Premio Grinzane Cavour Giovane autore esordiente e il Premio Grinzane Cavour Narrativa italiana. Nel 2017, all’Università di Utrecht, si è tenuto un convegno internazionale a lei dedicato, L’opera di Silvana Grasso: poetica, generi e filologia. Oltre a La pupa di zucchero ha pubblicato: Nebbie di ddraunàra (La Tartaruga 1993), Il bastardo di Mautàna (Anabasi 1994, Einaudi 1997, ripubblicato da Marsilio nel 2011), Ninna nanna del lupo (Einaudi 1995, ripubblicato da Marsilio nel 2012), L’albero di Giuda (Einaudi 1997, ripubblicato da Marsilio nel 2011), Disìo (Rizzoli 2005, ripubblicato da Marsilio nel 2019), 7 uomini 7. Peripezie di una vedova (Flaccovio 2006, ripubblicato da Edizioni Ets nel 2018), Pazza è la luna (Einaudi 2007), L’incantesimo della buffa (Marsilio 2011), Il cuore a destra (Le Farfalle 2014), Solo se c’è la Luna (Marsilio 2017), Me pudet. Poesie 1994- 2017 (Edizioni Ets 2019) e La domenica vestivi di rosso (Marsilio 2018).