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L'inferno è una buona memoria

L'inferno è una buona memoria


pp. 112, 2° ed.
978-88-317-2990-1
Quanto somiglia Cabras, Sardegna, paese natale di Michela Murgia, ad Avalon, Britannia, luogo mitico legato a Re Artù? Come Morgana, Igraine e Viviana, le “Signore del Lago”, hanno il potere di sollevare le nebbie con le loro parole, influenzare e curare le vite dei cavalieri della Tavola Rotonda, così Michela Murgia, nata in mezzo alle acque di Cabras, ha il potere di sollevare le nebbie intorno alle storie e alle idee che stanno alla base dei suoi romanzi e dei suoi saggi: la versione delle donne, la versione degli uomini, la versione di Dio. In un viaggio che comincia in mezzo al mare e in mezzo al mare ritorna, Michela Murgia, una delle maggiori scrittrici italiane, racconta come e perché è diventata femminista, come e perché ha cominciato a temere le gerarchie religiose, come e perché non ha mai smesso di giocare di ruolo nel mondo magico di Lot, come e perché certi libri che ci hanno fatto crescere, in effetti, li abbiamo mangiati più che letti, e soprattutto come e perché creare ogni giorno il mondo che ci circonda è un gesto politico.
 

Autore

 è nata a Cabras nel 1972 e vive a Roma. Scrittrice e saggista, nel 2006 ha pubblicato con Isbn Edizioni Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato, fra le altre cose, il romanzo Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010, e Ave Mary nel 2011. Conduttrice di programmi televisivi e radiofonici, intellettuale militante, collabora con L’Espresso. Il suo ultimo romanzo è Chirú (2015), il suo ultimo saggio è Futuro interiore (2016), entrambi pubblicati da Einaudi.