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La città marcia

La città marcia

Racconto siciliano di potere e di mafia

pp. 272, 1° ed.
978-88-317-2320-6

Stava raccontando la mafia e il potere. L'hanno fermato con quattro colpi di pistola.

La Palermo degli anni Ottanta, in una Sicilia trasformata nella sede della più grande base di missili nucleari della Nato in Europa, era un crocevia di affari e intrighi tra politici, imprenditori, burocrati e mafiosi. Mai come in quella stagione Cosa Nostra ha fatto politica, impugnando le armi per soffocare nel sangue e nel terrore ogni volontà di cambiamento. Sotto i suoi colpi, il 12 gennaio 1988, cadde Giuseppe Insalaco, un democristiano che aveva bruciato le tappe di una fortunata carriera nel partito di Salvo Lima e Vito Ciancimino, fino a diventare sindaco. Nei suoi 101 giorni alla guida del Municipio si era ribellato ai suoi padrini, sfidando a sorpresa i padroni degli appalti. Disarcionato da un'inchiesta giudiziaria, espulso dalla politica, aveva cominciato a raccontare i segreti dei rapporti tra mafia e potere. Fu fermato con quattro colpi di pistola. Ricostruire la sua storia, fin qui offuscata da una potente damnatio memoriae, è tanto più necessario nel momento in cui al Quirinale siede un siciliano come Sergio Mattarella che dalla ferocia di quegli anni è stato colpito in prima persona, con l'assassinio del fratello Piersanti, il presidente della Regione che sognava una Sicilia "con le carte in regola".

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©LiberAria
Illustrazione di Vincenza Peschechera

Autore

è nata in Sicilia e vive a Roma. Giornalista e scrittrice, ha pubblicato con Marsilio due volumi di racconti, Cruderie (1996) e Morte di un servo (2000), e i saggi Quindici innocenti terroristi. Come è finita la prima grande inchiesta sull'estremismo islamico in Italia (2006) e La vergogna e la fortuna. Storie di rom (2011). Per l'editore Einaudi è apparso A testa alta. Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario (2003), premiato con l'Aquila d'oro al Premio Estense 2003.