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Gennai Hiraga

Gennai HiragaIronico, pungente e dissacratorio, paladino dell’autenticità della propria cultura contro l’inerte e servile acquiescenza a valori prestabiliti, beffardo fustigatore di costumi, fine manipolatore della parola, Hiraga Gennai (ca. 1728-1780) si propone come una delle personalità più eclettiche del periodo Tokugawa (1603-1867). Scrisse prosa e testi teatrali di successo, libelli e racconti fantastico-allegorici, fu scienziato e inventore, studioso di «cose olandesi», botanico, pittore e famoso ceramista. Come uomo di mondo e frequentatore dei quartieri di piacere e dei teatri ebbe molto successo, mentre i risultati come ricercatore furono talvolta contrastanti: lo sfruttamento di miniere di rame e di ferro con nuovi metodi, le «invenzioni» del tessuto d’amianto, di bussole, di una livella ad acqua, di una macchina elettrostatica per scopi terapeutici non dettero gli effetti sperati, ed egli si ritenne sempre rifiutato dalla società alla quale addebitava i suoi insuccessi.
Tra le sue altre opere sono da ricordare Nenashigusa (Erba senza radici, 1763-69), una briosa descrizione della smodata passione per i giovani attori del teatro kabuki, nella quale è coinvolto anche l’onnipotente Enma, re degli inferi, e Hohiron (Sui peti, 1774), nel quale manifesta apertamente il suo disprezzo per le forme prefissate e codificate della lingua e del sapere, nulla più che vuota aria senza significato.

I libri di Gennai Hiraga