La scuola ebraica di Berlino, a prima vista, appare come un episodio al di fuori di ogni regola costruttiva o linguistica. La nostra cultura visiva è spiazzata da questo edificio, non trova riferimenti plausibili ed è costretta a mettere fra parentesi la memoria del già esperito per riportare l'immaginazione al mondo organico naturale. L'esperienza percettiva della scuola produce riferimenti immaginifici che travalicano gli aspetti funzionali e costruttivi per evocarne altri, nati da un più profondo stato coscienziale di esperienza-sogno del mondo vivente. Becchi di uccelli, un drago accovacciato, la sfogliatura di un girasole, vascelli o pesci in navigazione sul mare dell'inconscio, le pagine del libro del sapere, lingue di fiamme sprigionate da un nucleo vuoto: tutto questo Zvi Hecker sembra avere preparato come dono on casuale all'infanzia dei bambini ebraici di Berlino, dopo la catastrofe dell'Olocausto. Perchè l'Olocausto non può essere dimenticato, ma solo redento da una nuova fiducia nella vita.

Maria Bottero è professore ordinario di Progettazione ambientale alla facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Dal 1963 al 1974 ha redatto la rivista Zodiac e dal 1980 al 1992 ha collaborato con Abitare. Ha pubblicato numerosi saggi e articoli su libri e riviste italiani e non. Fra essi: Spazio e conoscenza nella costruzione dell'ambiente (1991), Il progetto dell'ambiente urbano. Due aree ex-industriali a confronto: King's Cross a Londra e Bovisa a Milano (1993) Frederick Kiesler. Arte Architettura Ambiente (1996).