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Il "gener frale"

Il "gener frale"

Saggi leopardiani

pp.192, 1° ed.
978-88-317-9946-1
La poesia e il pensiero sull'amore attraversano integralmente l'opera di Giacomo Leopardi, intrecciandosi con i motivi centrali del suo universo concettuale, in particolare con la complessità dei temi legati alla rappresentazione lirica della figura femminile. Dire l'amore e dire la donna significa confrontarsi con l'immensa tradizione della filosofia e della poesia che fa capo a Platone e a Petrarca; significa dunque esperire la contraddizione di codici culturali e letterari secolarmente consolidati e messi alla prova di una modernità che li interroga da nuove prospettive, percorrendoli in profondità fino a superarli con forme sconvolgentemente innovative. Leopardi si colloca entro la millenaria tradizione che si è fondata sulla reciproca incrementazione di amore e conoscenza, ponendo l'esperienza amorosa al livello più alto delle potenzialità umane. Ma se l'amore è prova estrema quanto solitaria, che coinvolge le ragioni emotive, mentali, estetiche, etiche nella loro totalità e porta con sé, come ogni umana esperienza, il destino della fine e della morte, l'interrogazione sulla natura dell'oggetto d'amore, sulla donna, si allarga a riflessioni che oltrepassano la pur densissima concettualizzazione relativa al tema reale/ideale, giungendo a guardare alla figura femminile da un ben più partecipato punto di osservazione: la donna è non solo immagine di una impossibilità esistenziale e di un'assenza, non solo è la seduttiva, allettatrice Aspasia, ma è anche la creatura che più rappresenta la fragilità dei viventi. Se la cultura secolare le impone infatti di essere ammantata di belle forme, pena il rifiuto e il disamore, la peculiarità biologica la rende possibile oggetto di violenze moltiplicate, come si legge in quel testo, pressoché sconosciuto, scritto per una donna morta in seguito a pratica abortiva per mano di un chirurgo; testo certo ben lontano dagli esiti più alti della poesia leopardiana, ma straordinariamente denso e attuale. Se, come Leopardi fa dire a Tristano, il corpo è tutto, nel corpo della donna transitano i segni essenziali della vita e della morte e si condensa il senso della universale fragilità.

Autore

insegna Letteratura italiana all'Università «La Sapienza» di Roma. A studi di orientamento storico-culturale relativi alla produzione critica e letteraria ottocentesca, con particolare attenzione alla Restaurazione italiana ed europea (diretta in particolare verso gli scambi Italia/Francia), ha unito interessi letterari e teorici, rivolti in particolare alle forme private di scrittura (autobiografie, diari, lettere), alla letteratura di viaggio, alla produzione femminile. A Leopardi è dedicata la maggior parte dei suoi lavori (saggi, monografie, cure), tra cui Leopardi e i contemporanei (Ponte alle Grazie 1996); Leopardi a Roma (con Luigi Trenti, Electa 1998); Introduction a Giacomo Leopardi. Discours sur l'état présent des moeurs en Italie, Les Belles Lettres 2003.