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Il velo sollevato

Il velo sollevato

a cura di

pp. 176, 1° ed.
978-88-317-9929-4
Caso unico di narrazione in prima persona nell'opera di George Eliot, Il velo sollevato racconta la vicenda sensazionale di un giovane che sa di dover morire a breve e per il quale da tempo la vita non riserva più sorprese. Il fallimento delle ambizioni poetiche, la lucida visione dell'animo degli altri e la previsione del futuro hanno infatti reso la sua vita un «deserto desolato della conoscenza». Racconto insieme commovente e colto, sospeso tra una irresistibile tendenza all'introspezione e una altrettanto irresistibile tendenza all'imitazione di modelli letterari molto alti, Il velo sollevato suscita nel lettore inquietanti interrogativi. Latimer è davvero dotato di poteri eccezionali? Legge veramente i pensieri degli altri e prevede il futuro? Oppure è la sua sensibilità malata a farlo sentire circondato da persone che lo giudicano, e a dare ai suoi presentimenti dell'infelicità futura la forma illusoria di visioni? L'aridità, la prosaicità e l'assenza di simpatia sono nel mondo che lo circonda, o il deserto è piuttosto dentro di lui? Dominato da due dei più possenti miti della cultura ottocentesca della modernità - quello della donna fatale e spietata e quello del genio poetico malato e visionario - il racconto della strana esistenza di Latimer è uno straordinario apologo sulla solitudine e la sterilità che minacciano l'uomo moderno.

Autore

 (1819-1880) il suo vero nome era Mary Ann Evans. Educata nell’ambiente austero e provinciale di una cittadina nella campagna inglese, a vent’anni Mary Ann era una donna profondamente religiosa. "Questo fu solo una tappa del suo sviluppo; ma c’è qualcosa di toccante nel contrasto tra tale stato d’animo e quello della donna che, raggiunta la mezza età, dominava ormai tutta la cultura del mondo" scrisse Henry James, grande ammiratore del suo genio. A trentacinque anni, a Londra, sfida le convenzioni dell’Inghilterra vittoriana andando a vivere con George Henry Lewes senza sposarsi. Nel 1857, abbandonata la sua attività di giornalista e protetta dall’anonimato, pubblica Amos Barton. È il suo esordio come narratrice e il successo è immediato. Dopo Adam Bede (1859) e Il Mulino sulla Floss (1860, che Proust confessò di non riuscire a leggere senza piangere) scrive Jacob e suo fratello, che pubblicherà solo nel 1864, dopo Silas Marner (1861) e Romola (1862-63). Felix Holt (1866), Middlemarch (1871-72) e Daniel Deronda (1876) sono i romanzi della tarda maturità.