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Lo stile dell'ingegneria

Lo stile dell'ingegneria

Architettura e identità della tecnica tra il primo modernismo e

pp.224, 1° ed.
978-88-317-9838-9
Cogliere forme nei prodotti della tecnica, soprattutto in quelli dell’ingegneria strutturale, percepirli e valutarli in termini estetici, sono per noi azioni spontanee, immediate. È un automatismo sorprendente, se si pensa alla radicale alterità che fino all’inizio del Novecento opponeva quasi universalmente arte e tecnica, cultura umanistica e civiltà industriale. Il modo in cui oggi le realizzazioni della tecnica appartengono al mondo delle cose dipende da una diversa situazione di pensiero, che è stata essenzialmente determinata dalla cultura del modernismo architettonico.
Questo saggio descrive un assestamento culturale e offre una duplice prospettiva. Seguendolo nel suo sviluppo, esso permette di ripercorrere la complessa elaborazione che causa un’espansione dell’arte e dell’architettura, l’ampliamento del dominio estetico in cui è inscritta la nostra visione della tecnica e dei suoi prodotti.
Ma la prospettiva può essere invertita e l’osservazione può iniziare dallo studio monografico cui il libro approda: qual è la sostanza culturale di Pier Luigi Nervi?
Nervi incarna il compimento della vicenda che viene descritta: egli è, a livello internazionale, il primo ingegnere le cui opere nascano anche come espressione d’arte, nella ricezione della critica come nelle intenzioni del progettista. A partire da questo punto, si può allora andare a ritroso nel percorso del volume, ritrovando il contesto (europeo e nazionale) che ha generato l’ingegnere-architetto Nervi e che solo consente di cogliere il significato della sua figura.

Autore

è dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica. I suoi interessi di studio, nell’attività che svolge presso il Dipartimento delle arti visive dell’Università di Bologna, si rivolgono prevalentemente al modernismo, interpretato come campo di condizioni culturali (per esempio in rapporto ai temi del piacere e dello spazio, oltre che a quello della tecnica). Ha curato, con Elena Pirazzoli, Bologna Centrale. Città e ferrovia tra metà Ottocento e oggi (Bologna 2008).